Riforma della Secondaria

 Coni e Capdi sul piede di guerra. Cresce la domanda in UE.

Educazione fisica a valore opzionale.

Nei licei le ore settimanali obbligatorie

passano da due a una.

di Pasquale Coccia, da ItaliaOggi del 15 febbraio 2005

 

Alle superiori le ore di educazione fisica saranno dimezzate. Lo schema di riforma prevede un’ora obbligatoria per tutti e relega la seconda ora nell’area opzionale obbligatoria. In tutti i licei previsti, per l’educazione fisica non vi è scampo, gli studenti svolgeranno una sola ora di lezione alla settimana, mentre le tre ore riservate all’area opzionale potranno ospitare progetti riservati alle scienze motorie.

Il quinquennio delle superiori, diviso in due bienni e un ultimo anno di approfondimento di indirizzo verso le scelte universitarie, potrà dare spazio sulla carta alle scienze motorie, visto che al momento delle scelte opzionali peseranno sempre più le materie tradizionalmente ritenute più importanti. Nel primo biennio, gli studenti potranno scegliere di fare una seconda ora tra le tre opzionali; in tal caso la frequenza diventa obbligatoria. Nel secondo biennio, oltre a quanto previsto dal primo, si aggiunge una quota opzionale facoltativa. Tra i saggi che hanno elaborato la proposta di riforma delle superiori, è scarsa la considerazione dell’educazione fisica e sportiva quale materia fondamentale nel processo di educazione dei giovani. Siamo innanzi a un tentativo, neppure troppo velato, accusano le categorie di settore di ridurre lo spazio occupato dall’educazione fisica nella scuola, ritenuto eccessivo.

E’ ancora insita tra i vertici del ministero dell’istruzione, continuano le associazioni, una concezione ostile, se non sprezzante, nei confronti dell’educazione fisica che all’insegna del dualismo cartesiano vuole il privilegio della mente sul corpo, ritenendo quest’ultimo elemento di secondo ordine nel processo di formazione dei giovani. E, mentre nella società si fa sempre più ampio il riconoscimento del ruolo dell’educazione fisica e sportiva nella crescita educativa dei giovani, tanto che, secondo un’indagine condotta da Eurobarometro, ben l’8O% dei cittadini dell’Unione europea chiede un aumento significativo delle ore di educazione fisica e di sport nei programmi scolastici, il Miur propone una riduzione drastica, ignorando che il monte ore di educazione fisica degli studenti italiani a fine curriculum è esattamente la metà rispetto a quello degli studenti degli altri paesi europei.

Numerosi i pareri contrari al dimezzamento delle ore. Oltre alla Capdi, l’associazione di categoria che con il presidente Flavio Cucco denuncia i tentativi espliciti di affossare l’educazione fisica e lo sport in Italia e minaccia il boicottaggio delle fasi finali dei giochi studenteschi, esponenti del mondo dello sport hanno espresso il loro disappunto come il presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Diciamo no a questa scelta che ci riporta indietro nel tempo e non tiene conto dell’importanza della cultura sportiva nel nostro paese». Si aggiunge la voce di protesta degli atleti olimpionici di Atene, che tramite Yuri Chechi e Manuela Di Centa hanno rivolto un appello al ministro dell’istruzione, Letizia Moratti, perché riveda la proposta. Giovanni Lolli, componente della VII commissione della camera, in un’interpellanza al ministro chiede «se sia consapevole del danno che questa drastica riduzione oraria, in contrasto con le indicazioni europee, arrecherebbe a un equilibrato sviluppo psicofisico delle giovani generazioni». La Cisl in un documento diffuso ritiene non condivisibile il dimezzamento dell’orario settimanale in tutti i percorsi liceali; anche lo Snals di Gino Galati denuncia l’attacco all’educazione fisica.

Per la Uil scuola guidata da Massimo Di Menna serve un ribilanciamento dell’assetto orario. Mentre l’Uisp, l’Unione italiana sport, sottolinea i rischi della perdita di alfabetizzazione primaria, della cultura dello sport, e di fondamentali opportunità di sviluppo armonico per i bambini e i ragazzi.