Laurea:

inarrestabile il divario tra donne e uomini.

 da Tuttoscuola del 13 febbraio 2005

 

Da diverso tempo i migliori esiti scolastici e le prevalenti scelte formative si sono colorate di rosa, ma forse non erano ben definiti i limiti di questa tendenza al prevalere delle donne in campo scolastico che ora invece, con il censimento 2001, assume le caratteristiche strutturali di una vera e propria valanga rosa.

Se tra i quarantenni (40-49 anni) censiti dall’Istat prevale, se pur di poco, la maggior incidenza di uomini con laurea (10,67%) rispetto alle laureate donne (9,82%), la situazione risulta già capovolta nella generazione successiva dei trentenni (30-39 anni) dove l’incidenza di laureate tra le donne di quella fascia di età è dell’11,73% contro il 10,26% di incidenza tra i coetanei laureati uomini, con un divario che si attesta intorno al punto e mezzo percentuale.

Ma, a dimostrazione che non si tratta ormai di un fatto congiunturale, nella fascia dell’ultima generazione (under 30 anni) il divario si accentua ulteriormente sfiorando i 2,5 punti di diffe-renza percentuale (sono laureati il 7,16% delle donne, contro il 4,70% degli uomini tra i 20 e i 29 anni).

Non vi è regione italiana che non abbia fatto registrare questa prevalenza delle donne sugli uomini in fatto di laurea (sia per quantità assoluta che per incidenza percentuale) con punte di divario tra incidenza di laureate tra le donne e di laureati tra gli uomini che hanno toccato i 3,60 punti in Emilia-Romagna, 3,54 in Umbria, 3,40 in Abruzzo e 3,38 nelle Marche.

Il dato che emerge dal censimento 2001 non rappresenta solamente un segno di cambiamento culturale della nostra società, ma prospetta modifiche significative nelle aree dove i posti di re-sponsabilità, di dirigenza e di potere sono stati tradizionalmente una prerogativa maschile.