La materia esclusa dalla riforma delle superiori
prevista dalla Moratti.
Via la musica dai licei, i prof insorgono.
La facoltà di musicologia di Cremona ha lanciato
una petizione.
Anche la Fimi ha scritto una lettera di
sconcerto al ministro.
da
Il Corriere della Sera del
4 Febbraio 2005
Niente più musica alle superiori. Una delle
materie più amate dagli studenti rischia di essere soppressa dalla
riforma della scuola firmata da Letizia Moratti. E i professori
insorgono. La facoltà di musicologia di Cremona ha lanciato una
petizione (oltre 7mila le adesioni pervenute finora, per partecipare
clic sul sito ) per «ridare alla musica la dignità di
disciplinaformativa e la valenza culturale che le compete». Nella
bozza del decreto legislativo diffusa a gennaio dal Ministero la
musica infatti viene relegata tra le materie opzionali nei curricoli
di qualsiasi tipo di liceo, tranne che nel liceo musicale.
La protesta viene appoggiata dalla Società Italiana per l’Educazione
Musicale (Siem).
In campo è scesa anche la Fimi (Federazione industria musicale
italiana, aderente a Confindustria) che ha scritto una lettera di
«sconcerto» al ministro Moratti: «Anche se nel sistema liceale
proposto è previsto un apposito Liceo Musicale/Coreutico - scrive la
Fimi - l'insegnamento della Musica non è più previsto in nessun altro
tipo di liceo, ed è anzi soppresso, anche in quei licei, come il
previsto Liceo delle Scienze Umane, che costituiscono l'evoluzione di
una formazione scolastica nei quali l'insegnamento della Musica è
sempre stato presente». «Sorprende poi - prosegue la Fimi - che nelle
intenzioni del Ministero sia invece prescritto nei Licei
l'insegnamento di Arte (Tecniche della rappresentazione grafica e
della comunicazione visiva) rendendo ancora più evidente come la
mancata inclusione della Musica nella formazione culturale dei licei
rappresenti una gravissima disattenzione verso una parte fondamentale
della cultura italiana». L'insegnamento della musica e soprattutto
della sua storia e evoluzione, secondo la Fimi, sono fondamentali
anche per «formare ascoltatori consapevoli e attenti verso la
produzione musicale, elemento essenziale in un Paese dove il 50% del
mercato è costituito da musica italiana, una delle percentuali più
elevate al mondo».