Al 73esimo circolo didattico il nuovo caso di un allievo handicappato a cui l´istituto può garantire solo tre ore di sostegno . Tagli a scuola e diritti dei disabili i giudici bocciano la Moratti . L´integrazione in classe degli alunni più deboli sacrificata sull'altare dei risparmi imposti dal ministro. E interviene il magistrato. di Bianca De Fazio, da la Repubblica ed. di Napoli del 14/2/2005
NAPOLI. Stavolta tocca al 73esimo circolo didattico di Napoli. Una scuola modello. Di quelle dove si sgomita e si fa la fila nottetempo per iscrivere i figli. Ma anche qui il diritto all'istruzione non è uguale per tutti. Anche qui l´integrazione scolastica degli alunni più deboli finisce sacrificata sull'altare del risparmio a tutti i costi. Ed un bambino di seconda elementare, chiamiamolo Ciro, handicappato dalla nascita, si ritrova con l´insegnante di sostegno solo 3 ore al giorno, mentre sta in classe dalle 8 alle 16, visto che quella "scuola modello" è riuscita - mobilitando insegnanti e genitori - a mantenere il tempo pieno. Ciro, riconosciuto invalido al 100%, affetto da ritardo mentale e psicomotorio, praticamente cieco, ha diritto a stare in classe, a studiare, a frequentare i coetanei, a crescere intellettualmente ed affettivamente quanto può. Ma una insegnante che lo affianchi costantemente non c'è. I medici certificano la gravità della sua malattia «che gli sottrae ogni autonomia», la Asl chiede che il sostegno scolastico sia consistente più che in altri casi, e l'amministrazione della scuola se la cava con 15 ore di sostegno a settimana. Fino a quando, due giorni fa, un giudice non mette nero su bianco una sentenza che ribadisce il sacrosanto diritto di quel piccino ad essere seguito come si conviene ed «ordina - scrive il giudice Caterina Molfino, dell'XI sezione civile del Tribunale di Napoli - al Ministero dell'Istruzione, al provveditore di Napoli ed al 73esimo circolo didattico di assegnare all'alunno un insegnante di sostegno per l´intera cattedra, corrispondente a 24 ore settimanali». L´integrazione garantita dai giudici. E non è il primo caso. A Napoli una sentenza in tal senso c'era già stata, a dicembre, ed altre ricomposizioni che andavano nella stessa direzione erano state registrate nelle aule del Tribunale prima ancora di arrivare all'emissione delle sentenze. I giudici bocciano il ministro a Napoli come nelle altre città italiane dove, ad iniziare dall'anno scorso, le famiglie degli alunni handicappati si trovano obbligate a far ricorso alla giustizia. Nella sola giornata di venerdì scorso altri tre ricorsi sono stati depositati a Napoli (II sezione civile del Tribunale). Genitori pronti a difendere, ormai anche a botta di carta bollata, i diritti dei loro bambini. E stavolta l'amministrazione scolastica alza le braccia in segno di resa: contro i tre ultimi ricorsi (i bambini in questione frequentano la Minucci e il 60esimo circolo didattico) l'Avvocatura dello Stato non s´è costituita. In aula nessuno difenderà, insomma, le posizioni di chi taglia gli insegnanti e mette a rischio la vita scolastica dei bambini. Anche dei non handicappati. È lo stesso giudice Molfino, nella sentenza che riguarda il futuro scolastico di Ciro, a ricordare che «l´obiettivo formativo del diversamente abile non può essere realizzato mediante il sacrificio degli alunni abili». Vero è che «tutti gli operatori scolastici sono tenuti ad un comportamento collaborativo», vero è che - come da sempre ripete il direttore scolastico regionale Alberto Bottino - l'integrazione deve passare anche per gli insegnanti curriculari, ma nel caso di Ciro il giudice ha esaminato anche questo aspetto, ed ha verificato che se la sua «esperienza scolastica è compromessa» ciò non deriva «da deficit organizzativi o da carenze dell'istituto». Assolta la scuola, la patata bollente finisce nelle mani di chi è più in alto. Il giudice Molfino scrive: «Il minore in questione è titolare di un diritto costituzionalmente garantito all'istruzione e allo sviluppo della personalità in ambiente scolastico; un diritto non suscettibile di degradazione o compressione da parte della pubblica amministrazione». Che i conti del Ministero tornino o meno, insomma, Ciro deve avere il sostegno adeguato. Ciro torna a sorridere, e con lui i compagni di classe, le maestre che lo accolgono ogni giorno, i genitori che per amore non mollano, gli amici del coordinamento "Tutti a scuola". Un gruppo di genitori - da tempo mobilitato per l´integrazione scolastica dei più deboli - che ha messo a disposizione delle famiglie dei disabili anche un collegio di avvocati, guidato da Simona Marotta, che patrocina gratuitamente i loro ricorsi. |