La scuola ha boicottato i test della Moratti.

 Bassissima la partecipazione dei bambini alla compilazione
dei questionari Invalsi per valutare l'apprendimento.

di Manuela Lamberti da Il Gazzettino di Venezia del 2/12/2005

 

Si attendono ancora i risultati ufficiali ma anche senza i dati alla mano si può affermare che nel centro storico il test Invalsi è stato un fallimento. E' stata bassissima la partecipazione dei bambini ai questionari, sia perchè i genitori avevano diffidato gli insegnanti e sia perchè gli stessi insegnanti si sono rifiutati di somministrarli.

I genitori del Coordinamento veneziano in difesa della scuola pubblica hanno raccolto i frutti di una campagna a tappeto contro la riforma Moratti e contro il test Invalsi, il progetto promosso dal Ministero dell'istruzione, somministrato ai pochi bambini presenti nelle aule nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì con domande che sondavano le conoscenze nell'ambito di materie quali matematica, scienze e italiano.

Solo per dare qualche numero: alla Renier Michiel in totale hanno effettuato il test 2 bambini delle classi seconde e nessuno nelle quarte; alla Duca D'Aosta 0 su 15 in quarta e 5 su 20 in seconda; alla Dante Alighieri hanno effettuato il test una decina di studenti su circa 100 delle quattro classi (la percentuale con la più alta adesione, 6 su 21, si è verificata nella classe 1A). E ancora: alla Zambelli 0 in seconda e 3 in quarta; alla Morosini 0 in 1C, 3 in 1A e 9 su 20 in 1B. Caso eclatante quello del circolo didattico Diaz, che raggruppa i plessi Diaz, Gozzi, Gallina e Diedo: il dirigente scolastico Riccardo Carlon conferma che solo 2 insegnanti su una settantina hanno dato la propria disponibilità a somministrare il test e solo 2 bambini hanno effettuato il questionario in quanto i genitori avevano preventivamente inviato lettere di diffida ai docenti. Nei prossimi giorni Carlon invierà alla dirigenza scolastica del Veneto una relazione dettagliata sugli esiti dell'Invalsi.

Insomma, il fallimento dell'operazione è in realtà un successo per i genitori e i docenti che si sono opposti con tutte le proprie energie a questo progetto. Le motivazioni di questa forte contestazione risiedono nel fatto che, secondo il coordinamento, per valutare i livelli delle competenze sarebbe stata sufficiente, più attendibile e meno costosa un'indagine a campione; inoltre, come più volte dichiarato, la valutazione Invalsi non avviene su quanto è stato effettivamente programmato e svolto a scuola e le modalità dei test a risposta multipla prefigurano un insegnamento di tipo nozionistico, che non corrisponde a quello quotidiano. Pertanto, la modalità di somministrazione dei test rende inattendibili i risultati e non efficace la valutazione del sistema scolastico nazionale.

Come appare nelle lettere che molti genitori hanno inviato nei vari plessi, "i costi di questa operazione sono molto alti in un momento di drastiche contrazioni del bilancio destinato all'Istruzione pubblica e in generale alla cultura e alla ricerca. E' auspicabile una condivisione delle finalità e delle procedure di valutazione perché il "dare valore" favorisca il miglioramento del servizio scolastico".