Palermo
IL CASO
Arriva in quinta elementare nonostante il grave handicap,
ma può studiare solo due ore al giorno

Tagliato il sostegno a una bimba disabile.

Il numero degli insegnanti specializzati è cresciuto ma non quanto servirebbe

Salvo Intravaia, la Repubblica ed. di Palermo del 14/12/2005

 

Mentre i genitori si fanno in quattro per recuperare l'handicap della figlia, la scuola le dimezza il sostegno. È la storia di Martina, alunna della elementare Abba, penalizzata dai tagli del governo nazionale. Il padre Manlio racconta una storia di malasanità, viaggi della speranza, interventi chirurgici e lenti progressi che hanno portato la piccola in quinta elementare. E, per non vanificare il lavoro di anni, chiede il "sostegno pieno" per la bimba, come avveniva due anni fa. «Mia figlia - dice - quando non è seguita dall'insegnante di sostegno non fa nulla. E la sua situazione rischia di peggiorare».

Martina è nata prematura e con un grave handicap. A Palermo l'avevano data per spacciata, ma i genitori non si sono arresi. «A Milano è risorta», racconta il padre. Poi dieci anni di lenti progressi, accompagnati da sette interventi chirurgici. La situazione di Martina è comunque grave, come certificato dall'Ausl. La bimba va a scuola e, secondo le norme vigenti, dovrebbe avere 18 ore di sostegno alla settimana. L'anno scorso arriva il primo taglio (a 15 ore settimanali), ma nonostante tutto Martina ha imparato a scrivere in corsivo e a fare alcuni calcoli in colonna. Era l'insegnante di sostegno ad andare per tre ore al giorno in ospedale. Quest'anno la seconda riduzione: 10 ore settimanali. «Con due ore di sostegno al giorno mia figlia rischia di regredire», dice il padre, deciso a rivolgersi al Tribunale.

A patire la diminuzione delle ore di sostegno non è stata in questi anni solo Martina. Eppure apparentemente i conti tornano. Il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano, ha recentemente dichiarato che «a fronte di un incremento degli alunni disabili si è provveduto con un pari incremento dei posti di sostegno»: 65 posti in più dell'anno scorso per 125 disabili in più. Ma il trucco c'è. Riguarda la percentuale di disabili gravi (che, come più volte sentenziato dal Tar, hanno diritto al rapporto uno a uno) rispetto al totale. Negli ultimi anni la percentuale di "gravi" è cresciuta rispetto al totale dei disabili, e incrementare i posti non basta.