CRONACHE
TERREMOTO QUATTRO ANNI FA MORIRONO 27 BAMBINI E LA MAESTRA.
San Giuliano,
sequestrata la scuola appena ricostruita.
di Vincenzo Tessandori, da
La Stampa
Puntoscuola del 30/12/2005
SAN GIULIANO DI PUGLIA. Gli incubi, a volte, non
passano e quello, straziante, provocato dalla tragedia del 31 ottobre
2002, non vuole neppure scolorire. Quel giorno, a San giuliano di
Puglia (Campobasso), ventisette bambini dell’elementare «Francesco
Iovine», e la maestra, furono uccisi dal terremoto: la scuola crollò
loro addosso, non ebbero una possibilità. È difficile ricominciare e
lo è anche di più convivere con la paura. La ricostruzione della
scuola venne considerata l’obiettivo più urgente e anche il più
importante. E la scuola fu fatta. Oggi è considerata poco sicura, un
avviso incollato all’ingresso in vetro dai carabinieri avverte che
«l’edificio è sotto sequestro preventivo a disposizione della procura
della Repubblica. L’accesso è vietato a chiunque».
Per motivi analoghi sono sequestrate anche le scuole di Bonefro e
Colletorto. Ma è a San Giuliano che la paura è più forte, s’insinua
nelle stradine del vecchio paese, risale il vallone, arriva alle
costruzioni provvisorie, irrompe nella «Francesco Iovine». Per Nicola
Magrone, procuratore della repubblica a Larino, il crollo di quel
giorno d’ottobre oltre al sisma ebbe altri responsabili così ha
accusato per omicidio e disastro colposo nove fra amministratori,
tecnici e titolari dell’impresa che aveva fatto i lavori di
ristrutturazione dell’istituto. E fra coloro per i quali è stato
chiesto il rinvio a giudizio, Antonio Borrelli, che allora era sindaco
e che quel giorno tragico aveva perso una figlia.
Il nucleo centrale del nuovo edificio scolastico è una grande tenda
color acqua marina alla quale, nel tempo, sono stati aggiunti alcuni
pannelli, poi una copertura di cemento. Tutto provvisorio,
naturalmente, come il pavimento in linoleum, ed è proprio questo
all’origine dei timori che hanno fatto scattare un esposto alla
magistratura di Larino. Nessuno può garantire che il linoleum, anche
se definito ignifugo, non prenda fuoco. Apprensioni ingiustificate?
Niente appare ingiustificato a chi ha vissuto una tragedia tanto
grande. Amedeo De Cera parla con tono pacato: è membro
dell’Associazione familiari delle vittime, ha perso il figlioletto
Sergio, e non ci sta a far correre rischi a Donatella, che ora ha 8
anni e che quel giorno si salvò perché lontana pochi metri, alla
scuola materna. Così è andato «a filmare» i lavori cominciati subito
dopo il sequestro.
Perché, osserva, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio eppoi,
aggiunge, «la tragedia non ha insegnato nulla. A distanza di anni
siamo in una situazione forse peggiore. Quando soffia, il vento fa
paura, hanno fatto alcune cose, coperto la tenda con una cupola che mi
hanno detto sia costata 800 mila euro. Ora parlano del rischio del
fuoco: io ho visto portar via linoleum e altro materiale come il
polestirolo». Dopo il provvedimento del magistrato, Protezione civile
e Vigili del fuoco hanno compiuto un sopralluogo, lunedì: non tutto
dev’esser apparso rassicurante se è stato deciso un intervento
d’urgenza e i lavori vanno avanti a ritmo serrato perché la scuola non
può, non deve, non vuole chiudere e lo sanno tutti che, se dovesse
accadere, sarebbe una sconfitta forse irrimediabile.
Forse anche per questo, in una nota il Dipartimento della Protezione
civile sottolinea che, «pur non essendo istituzionalmente competente
alla verifica della corretta gestione dell’attività didattica nei
locali provvisori ha ritenuto, anche in questo caso, di intervenire -
autonomamente e immediatamente - nel quadro delle non poche iniziative
da sempre svolte soprattutto in favore di quelle comunità
particolarmente colpite dal terremoto del 31 ottobre 2002».
L’intervento, mira ad «assicurare autonomamente ogni necessaria
attività di manutenzione per garantire la continuità scolastica alla
ripresa delle lezioni nelle strutture temporanee adibite ad uso
didattico». Il decreto della magistratura, firmato dal sostituto
procuratore Luca Venturi, in qualche modo tranquillizza. Ma certi
timori non li cancella un foglio di carta neppure se sottoscritto da
un giudice: sono i lavori e le perizie a dover restituire un briciolo
di serenità.
Perché non è soltanto Amedeo De Cera a sostenere che «siamo in una
situazione forse peggiore dell’indomani della tragedia». E il sindaco,
Luigi Barbieri, dice che sì, «c’è stato qualche rilievo sulla
pavimentazione che non sarebbe totalmente a norma antincendio. La
protezione civila già sta provvedendo a sostituire e quindi, se il 9
gennaio mi garantiranno, mi daranno tutte le certezze che tutto è
stato fatto a regola d’arte, e secondo le norme di legge, la scuola
sarà riaperta». E se queste certezze non venissero date? «Allora
provvederò io, con un’ordinanza, a chiuderla». Chiuderla anche perché
gli incubi, a volte, non passano.