IN CATTEDRA

Promossi, bocciati e «dispersi».

La scuola raccontata dall’Istat.

Più universitari, ma ogni anno in cinque su cento decidono di abbandonare i corsi

Giuseppe Tesorio, Il Corriere della Sera dell'11/12/2005

 

Non è facile leggere la scuola attraverso i numeri, scavare nelle percentuali, salire e scendere dai grafici per trovare successi e fallimenti. Tot studenti promossi, tot per cento di abbandoni, un virgola qualcosa di persi per sempre. Eppure serve molto conoscere le cifre della scuola. Cifre che arrivano dall’Istat, con il suo Annuario statistico, che registra 50 mila studenti in più e conferma l’andamento positivo. Numeri che arrivano dal 39° rapporto sulla situazione sociale del paese nel 2005 redatto dal Censis, sulla base dei dati forniti dal ministero dell’Istruzione e che segnala il boom degli studenti extracomunitari, con una crescita del 26,5 per cento rispetto al 2002 (il 3,5 per cento dell’intera popolazione scolastica). Aumentano gli studenti, ingrossa la schiera dei prof precari (sono più del 14 per cento gli insegnanti delle superiori con contratto da supplente), e resta sempre alta la percentuale dei ragazzi che non proseguono gli studi alle superiori. L’Istat dice che superiamo l8 per cento, ovvero l’8,1 per cento dei quattordicenni si ferma all’esame di terza media. Certo, a leggerla dall’altra parte c’è più del 90 per cento di ragazzi che si iscrive in una superiore e rispetto agli anni passati abbiamo un segnale positivo.

Il tasso di scolarità - sempre secondo l’Istat - è intorno al 100 per cento nella scuola d’infanzia, elementare e media. Per quanto riguarda i risultati, arriva a sostenere l’esame di maturità il 96,9 per cento degli studenti; si diploma il 99,3 per cento al liceo classico, il 95 per cento agli istituti professionali, in media il 97,3 per cento (maturità 2005). Nel regio anno scolastico 1888-1889 (quando l’Italia contava 28.853.480 abitanti al censimento 1881), gli studenti del terzo anno di liceo classico erano 3.728 e ne furono «licenziati» 3.210 (l’86 per cento). La percentuale degli studenti che superarono gli esami di maturità nell’anno 1951-1952 toccò quasi il minimo: il 71,6 per cento (dall’Annuario statistico italiano). Continua a crescere anche il numero di giovani che si iscrivono all’università: circa 337 mila nell’anno accademico 2003-2004, 6 mila in più (?1,8%) rispetto all’anno precedente. Ma ogni anno cinque studenti universitari su cento decidono di abbandonare gli studi.