Il rompicapo delle pagelle.
Il ministero cambia ancora: "Il modello
dev'essere uniformato".
La formula, i costi, lo schema, il Poligrafico dello Stato
Bianca De Fazio,
la Repubblica
ed. di Napoli,
del 5/12/2005
Il ministero per l'Istruzione fa dietrofront
sulle pagelle. Ma nessuno lo sa. Neppure il Poligrafico dello Stato,
che continua a proporre dei modelli di pagella che per la Moratti sono
carta straccia. È dall'anno scorso che la storia delle pagelle è
diventata, per le scuole elementari e medie, una vera ossessione: un
anno fa il ministero decise, avvertendo tutti gli istituti, che non
avrebbe più distribuito le "schede individuali" valide per la
valutazione degli alunni.
La formula.
Le scuole hanno dovuto provvedere da sole, confezionandole e poi
stampandole a proprie spese. Ogni scuola, una pagella diversa. Ogni
istituto, uno schema di valutazione con impostazioni diversificate.
Gran parte degli istituti si sono arrangiati modificando appena un po'
le vecchie pagelle, e fotocopiando i prototipi con la formula "fai da
te". Così ai genitori, a fine quadrimestre ed a fine anno, sono state
proposte pagelle su fogli A3 (quelli della fotocopiatrice), piegati e
stampati alla meno peggio. Solo pochi istituti, quelli con maggiori
disponibilità economiche, hanno fatto ricorso nel tempo alle
tipografie alle quali avevano commissionato, comunque, modelli di
schede improvvisati.
I costi.
Ferma restando la decisione che ogni scuola dovrà stampare le pagelle
a proprie spese, il ministero ha però deciso come dovranno essere. Ed
è l'ennesimo pasticcio. Innanzitutto perché è ripristinato un unico
modello ministeriale. Ma, va sottolineato ancora una volta, nessuno lo
sa. Le nuove decisioni che riguardano i "documenti di valutazione"
sono infatti contenute in una circolare che non le annuncia affatto: è
un documento datato 10 novembre, che fornisce le «linee guida per la
definizione e l'impiego del portfolio delle competenze». Ancora una
volta, ecco insomma avallata la confusione tra portfolio e
valutazione. E le scuole un po' più distratte, o quelle che al
portfolio hanno già lavorato elaborandone uno ad hoc, quella circolare
l'hanno vista, ma non le hanno prestato molta attenzione, o almeno,
non vi hanno cercato - perché nulla faceva pensare che ci fossero -
prescrizioni circa le pagelle. Che invece ci sono, eccome.
Lo schema.
C'è persino un modello unico per tutto il territorio nazionale, che è
possibile scaricare da Internet. Non è obbligatorio adottarlo così
com'è (si possono fare variazioni grafiche), ma è indispensabile che
le voci della valutazione siano quelle e non altre, e, soprattutto,
che non ne scompaia nessuna. L'anno scorso, ad esempio, alcune scuole
omisero la valutazione del comportamento. O non ritennero valutabili
le attività opzionali. Per fare chiarezza in tutta questa complessa
vicenda, il ministero ha fatto marcia indietro e ha stabilito un
modello unico, capace di contenere «tutti gli elementi che la
normativa prevede». Compresa, ad esempio, la "Convivenza civile"(una
disciplina/non disciplina che non si sa chi deve valutare, come
spiegato nell'articolo in basso).
Ma al di là delle valutazioni sui contenuti, colpisce lo slalom
normativo. Un anno si decide che le pagelle vanno in soffitta. L'anno
successivo, in fretta e furia e quasi in sordina, tornano d'attualità.
Ed il ministero le vuole nuovamente obbligatorie ed uniche.
Poligrafico dello Stato.
E se l'anno scorso il Miur non si accorse che il Poligrafico dello
Stato continuava a stampare le "schede personali" per la valutazione
degli alunni - e alle scuole non fu detto che potevano essere loro
fornite da quell'Istituto - quest'anno il Poligrafico non ha saputo
che quelle stesse schede non sono più adeguate alle volontà del
ministero. E sì che ancora le propone ai suoi acquirenti. Basta
visitare la pagina web del Poligrafico per trovare la "scheda
personale dell'alunno" di scuola elementare e media. Una scheda che
costa, alle scuole, euro 0,148 per almeno 2000 copie. Ovviamente più
copie si ordinano, meno si paga. Così molti istituti si sono
consorziati per fare un unico ordine, o hanno fatto scorte anche per i
prossimi anni. Senza però fare i conti con la volubilità del
ministero. E, soprattutto, mai immaginando che le schede del
Poligrafico non tenessero conto delle volontà del ministero.
Pagelle da rifare, insomma, nella speranza che le tipografie cui sono
state commissionate non abbiano ancora provveduto a stamparle.
5 dicembre 2005