Dubbi risolti, la Moratti si candida a Milano.

Il ministro ha spiegato che si presenterà con una lista civica.
Soddisfatto il sindaco uscente della Cdl, Gabriele Albertini

Elisabetta Soglio, Il Corriere della Sera del 15/12/2005

 

MILANO - Alla fine, è andata come si sapeva. Il ministro Letizia Moratti si candida a sindaco di Milano per il centrodestra. La riserva, dopo un'attesa che aveva snervato i vertici della Cdl, è stata sciolta ieri quando la Moratti ha avuto la certezza che il maxiemendamento della Finanziaria contenesse (quasi) tutti i finanziamenti chiesti per l'attuazione della riforma scolastica. «A me piace finire le cose che comincio», aveva ripetuto ostinata a chi in questi giorni la pressava perché annunciasse la candidatura. Come dire: prima voglio la certezza che il mio lavoro non venga liquidato in qualche modo. Così è stato. E sono arrivati i soldi chiesti (pare circa 120 milioni di euro), grazie alle intercessioni di Silvio Berlusconi sul ministro Giulio Tremonti e a due mesi di estenuanti trattative condotte, fra Roma e Milano, dagli onorevoli azzurri Luigi Casero e Maurizio Lupi insieme al leghista Giancarlo Giorgetti e a Ignazio La Russa di An.

La Moratti, che oggi deve conciliare la sua conferenza stampa milanese con un paio di impegni a Roma, ha scelto per la sua prima uscita la sede della Borsa («per coincidenza», assicurano i suoi collaboratori, «perché è un chiaro segnale di linea politica attenta ai soldi più che alle periferie», accusano le opposizioni): e a palazzo Mezzanotte il ministro ha invitato le delegazioni dei partiti del centrodestra, oltre ai rappresentanti delle tre istituzioni milanesi, compreso il diessino Filippo Penati, presidente della Provincia. «Voglio rapportarmi allo stesso modo con i partiti e con le istituzioni», ha spiegato il ministro che ha anche già preannunciato la volontà ferma di presentarsi con una propria lista civica.

Il presidente Penati non parteciperà alla solenne investitura, perché impegnato in un incontro con i vertici delle forze dell'ordine: «Ma chiamerò la Moratti — assicura — soprattutto perché non voglio che il mio appaia come un gesto politico o come una scortesia istituzionale». Penati, comunque, tifa per i suoi: «Nulla togliendo al valore personale di Letizia Moratti, sarà il nostro candidato Bruno Ferrante ad interpretare le aspettative di cambiamento dei milanesi». Diverso, ovviamente, il tenore delle dichiarazioni degli altri invitati. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, plaude alla decisione della Moratti: «È una donna molto seria, che ci crede, che sa di assumersi un impegno a tempo non pieno ma pienissimo, che ha la volontà di ferro necessaria per dare tutta se stessa in questa avventura affascinante». Il sindaco Gabriele Albertini si compiace per la decisione del ministro milanese: «Ricordo di essere stato il primo a proporla, prima ancora che indicasse il suo nome il molto più autorevole presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».

Il resto sono i partiti della Cdl che invitano «ora a guardare avanti e a pensare al programma», anche per recuperare il terreno perduto in queste settimane di tiramolla con la Moratti rispetto al centrosinistra che è già nel pieno della campagna per le proprie elezioni primarie del 29 gennaio, volute per scegliere il candidato «in modo democratico — dicono loro — non verticistico come avviene nella Casa delle Liberta dove, gira e rigira, decide tutto Berlusconi». In realtà, la Moratti non parte da zero: in queste settimane ha già messo al lavoro uno staff molto selezionato, ha già avviato contatti con il mondo dell'economia, della finanza, del volontariato e dell'editoria, ha fatto telefonate e frequentato salotti, ha prenotato spazi pubblicitari e preparato manifesti. Mancava soltanto il via. È arrivato.