Letizia come Margaret?/2.

Perchè no.

da TuttoscuolaNews , N. 225, 19 dicembre 2005

 

Sul piano sostanziale un  confronto  tra  Letizia  Moratti  e  Margaret Thatcher è comunque improponibile.

Intanto perchè la  Thatcher,  prima  di  assumere  la  leadership  dei conservatori e del governo inglese (1978), aveva  già  accumulato  una consistente esperienza politica e anche governativa (era stata ministro dell'Educazione in un governo Heath), mentre la Moratti è nata, ed  è rimasta, ministro eminentemente  "tecnico"  .  E  poi,  e  soprattutto, perchè la portata innovativa della riforma della scuola avviata  dalla Thatcher (non parliamo in questa sede di università e di  ricerca)  è stata di  gran  lunga  superiore  a  quella  che  può  derivare  dalla ancorchè completa attuazione della riforma Moratti.

Per avere  conseguenze  paragonabili  a  quelle  verificatesi  in  Gran Bretagna con l'introduzione  del  National  Curriculum  e  delle  altre riforme realizzate a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, la riforma Moratti    avrebbe    dovuto   avere   almeno  alcune  delle  seguenti caratteristiche:

- assicurare una effettiva pari dignità socio-culturale e  consistenza organizzativa all'istruzione liceale e a  quella  tecnico-professionale (almeno 50 e  50%,  con  un  solo  liceo  economico  e  un  solo  liceo tecnologico);

-   definire in forma standardizzata,  riferita  alle  prestazioni  degli allievi, i risultati attesi a conclusione dei diversi cicli e percorsi, liberalizzando    le  modalità  organizzative  e  didattiche,  rimesse all'autonomia delle scuole;

-    prevedere  esami  finali  da  parte  di  commissioni  esclusivamente esterne;

-    sviluppare  l'autonomia  delle  scuole  statali  fino  al  punto  di consentire a ciascuna di esse (o almeno a un campione significativo  di esse)  di  reclutare  i  docenti,  il  dirigente  scolastico  e  quello amministrativo;

-    ridefinire    lo   stato   giuridico  dei  docenti  prevedendone l'articolazione tra diverse figure a professionalità (e  retribuzione) progressivamente arricchita nel corso della carriera;

-  promuovere un robusto sistema nazionale di valutazione  indipendente, sul modello ISTAT;

- creare  un  grande  e  ramificato  servizio  ispettivo  a  sostegno dell'innovazione, indipendente dal potere burocratico.

Va anche detto che la Thatcher realizzò le sue riforme non da ministro dell'educazione ma da premier, e dopo un certo numero di anni. Ma Letizia Moratti, conclusa l'esperienza governativa, sembra ora avviata a scelte diverse.