Busta paga più pesante e via libera ai 3077
posti annunciati
dopo i quasi diecimila immessi in ruolo ad agosto.
I Ds: "Basta regali da una parte sola"
Aumenti e via libera alle assunzioni
Il 2006 del prof di religione.
Salvo Intravaia,
la Repubblica
del 22/12/2005
Stipendi più
pesanti per gli insegnanti di Religione. Il governo ha presentato
(sotto forma di emendamento al cosiddetto decreto omnibus di fine
anno) la proposta che consentirebbe ai neoassunti docenti di Religione
di mantenere lo stesso stipendio che percepivano da precari. In
sostanza, i prof di religione cattolica non perderebbero un solo euro
degli aumenti (biennali, a partire dal quarto anno in poi) ottenuti da
"supplenti" e previsti dalla revisione del Concordato Stato-Chiesa del
1989.
Per la verità, la legge del 2003 che detta le "Norme sullo stato
giuridico degli insegnanti di religione cattolica degli istituti e
delle scuole di ogni ordine e grado" stabiliva un'altra cosa. Che
maestre e prof di Religione fossero assunti, e retribuiti come avviene
per tutti gli altri loro colleghi, con zero anni di anzianità e il
conseguente "stipendio iniziale" previsto dal contratto del comparto
scuola. Una differenza con gli "altri neoassunti" che potrebbe
arrivare anche a 200 euro, ovviamente, sempre a vantaggio degli
insegnanti di religione cattolica
Situazione che Alba Sasso, parlamentare Ds, definisce "singolare":
"Gli unici che negli ultimi 5 anni sono stati assunti senza troppe
storie sono gli insegnanti di Religione. Con tutto il rispetto non
capisco perché si continuano a fare regali a una parte sola",
commenta. L'emendamento al disegno di legge numero 3684 (di
conversione del decreto legge 250 del 5 dicembre scorso) è il numero
1.0.11 ed è stato presentato dal governo. "Ai fini applicativi
dell'articolo 1, comma 2, della legge 18 luglio 2003, n. 186, gli
insegnanti di religione cattolica destinatari dell'inquadramento nei
ruoli previsti conservano, a titolo di assegno personale riassorbibile
con i futuri miglioramenti economici e di carriera, l'eventuale
differenza tra il trattamento economico in godimento e quello
spettante in applicazione del suddetto inquadramento", recita
testualmente.
"Il governo - commenta Enrico Panini, segretario generale della Flc
Cgil - è talmente consapevole di andare oltre le regole che, anziché
convocare i sindacati e concordare un inquadramento anche provvisorio,
ha preferito mettersi al riparo da possibili inconvenienti con una
legge. Per gli insegnanti di Religione vale tutto il contrario di
quello che è stabilito per gli altri docenti italiani".
I "precari" di religione aggiungono, così, un altro tassello alla loro
splendida avventura iniziata con l'immissione in ruolo concessa dal
governo Berlusconi e che nessuno si sarebbe aspettata. Una specie di
concorso-formalità previsto per tutti coloro che avevano insegnato per
almeno quattro anni consecutivi negli ultimi dieci anni (al momento
dell'emanazione del bando di concorso) ed erano in possesso della
certificazione di idoneità (morale) rilasciata dall'ordinario
diocesano. Già, perché a quel concorso (gestito a livello regionale)
parteciparono un numero di concorrenti di poco superiore ai posti
messi in palio e in alcune regioni, come in Lombardia, gli idonei
furono meno dei posti disponibili: il concorso sognato da tutti gli
italiani.
E se per i prof di Religione arriva Babbo Natale ricco di regali, per
il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) c'è solo
carbone: "Gli insegnanti di Religione in paradiso, gli Ata
all'inferno", aggiunge Panini. Nella Finanziaria approvata due giorni
fa, infatti, gli Ata transitati nel 2000 - per effetto di una legge
del 1999 - dagli enti locali allo Stato sono stati scippati di una
parte dell'anzianità maturata (anche vent'anni) alle dipendenze di
comuni e province. Con un complesso artificio legislativo-contabile
circa 80 mila persone si ritroveranno di botto con meno anni lavorati
e uno stipendio più leggero. I sindacati, nei giorni scorsi, hanno
protestato vivacemente definendo la norma "palese ingiustizia". "Si
tratta di un provvedimento non solo discriminatorio ma anche, come è
evidente, di dubbia legittimità costituzionale. La norma in questione
non ha alcuna natura interpretativa, stante la costante consolidata
giurisprudenza del Giudice di legittimità; si tratta invero di una
norma volta a modificare in pejus e con efficacia retroattiva una
precedente norma di legge. Tale norma, qualora venisse approvata,
oltre al taglio delle retribuzioni dovute ai lavoratori, sancirebbe un
trattamento retributivo discriminatorio tra gli stessi", hanno scritto
ai presidenti di Senato e Camera, Pera e Casini. Come dire, due pesi e
due misure.
Intanto le sorprese, ovviamente gradite, per gli insegnanti di
Religione non sono finite. Dopo i 9.229 immessi in ruolo lo scorso
mese di agosto, si avvicina l'assunzione per altri 3.077 in
graduatoria. Il provvedimento (addirittura retroattivo: a decorrere
dal primo settembre 2005) ha già ottenuto il benestare dai ministeri
dell'Economia e della Funzione pubblica e, in questi giorni, dal
ministero del Tesoro. Per il varo di altre 3.077 immissioni in ruolo
si aspetta, a questo punto, soltanto l'autorizzazione del Consiglio
dei ministri.