Il rapporto Censis 2005 registra una forte percentuale
di docenti impiegati a tempo determinato.

Nelle scuole il 13% di prof precari.

Boom degli studenti, in particolare di quelli extracomunitari.

ItaliaOggi del 6/12/2005

 

Sono più del 13% i docenti delle scuole italiane impiegati con un contratto a tempo determinato. La percentuale dei precari è particolarmente alta nelle scuole secondarie di primo (15,2%) e di secondo grado (14,2%).

È quanto rivela il 39° rapporto sulla situazione sociale del paese nel 2005 redatto dal Censis, sulla base dei dati forniti dal Miur. I prof. precari, dunque, restano sempre tanti: un incremento che sembra procedere, di pari passo, con quello degli studenti. Secondo l'istituto di ricerca, infatti, il numero di alunni per classe di scuola statale risulta pari a 20,7 unità, mentre quello di alunni per docente è di 10,5. Se nel primo caso si è verificata una sostanziale conferma, il secondo indicatore registra, invece, un incremento significativo di un alunno per insegnante. Secondo il Censis, in generale, la scuola italiana torna definitivamente a popolarsi. Dopo il decennio degli anni 90 che ha visto rimanere vuoti circa 200 mila banchi, il lustro 2000-2005 sembra avere consolidato, ormai, un incremento contenuto, ma costante, della popolazione studentesca del paese. Tutto questo come effetto di tre cause principali: l'arrivo in Italia di tanti giovani cittadini di origine extracomunitaria, innanzitutto, ma anche l'innalzamento del tasso di affluenza negli istituti di secondo grado e la possibilità di anticipare le iscrizioni alla scuola dell'infanzia e primaria. Nell'anno scolastico 2004-2005, così, l'affluenza complessiva è stata pari a 5.865.569 alunni. I dati del Miur dimostrano, così, come in tutti i cicli ci si avvicini sempre di più a un tasso di piena scolarità. Unico segmento che manifesta un andamento in controtendenza è rappresentato dalla scuola media di primo grado, che si caratterizza, a tal proposito, per un andamento altalenante, imputato esclusivamente a fattori demografici. In questo caso, infatti, a emergere come fenomeno quantitativamente significativo è il decremento dei nuovi iscritti rispetto all'anno passato, pari al -3%.

L'afflusso di nuovi alunni alla scuola secondaria di secondo grado, invece, oltre che per le dinamiche demografiche, risente dell'assestamento introdotto dalla legge 53/2003: con la reintroduzione dell'obbligo scolastico a 14 anni, nell'anno 2003-2004, si è verificata una contrazione dei nuovi iscritti pari al -1,2% che, per il 2004-2005, si è ridotta a un marginale -0,1%. Come anticipato, l'incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana costituisce un fenomeno in piena crescita. Nell'anno scolastico 2003-2004 questa realtà ha raggiunto le 303.274 unità, per una crescita del 26,5% rispetto all'anno precedente, raggiungendo il 3,4% del totale della popolazione scolastica (un fenomeno 6 volte inferiore un decennio fa e pari allo 0,5%). Le previsioni del Miur, così, segnalano un ulteriore incremento che porterebbe gli studenti extracomunitari a superare la soglia delle 360 mila presenze.