LE REAZIONI. Un vuoto da colmare: c’è chi prepara la prova «clandestina». di Anna Merola, da Il Corriere della Sera del 22/4/2005
Alla vigilia del primo anno senza le prove di quinta - costituite da due scritte (di solito un tema e un problema) e un’interrogazione orale di tutte le materie - in molte scuole primarie si ha nostalgia dell’ansia da esame che coinvolge da sempre alunni, docenti e genitori. Non sono pochi infatti i presidi, ma anche gli insegnanti che parlano di «un vuoto improvviso da colmare con una prova se non ufficiale, almeno rituale che il bambino che chiude il ciclo delle primarie cambiando scuola deve comunque effettuare». Una sorta di rito di iniziazione agli altri esami della scuola e della vita che quasi sempre - è bene sottolinearlo - è una prova simbolica con una percentuale da sempre molto alta di promossi. Perciò via agli esami, dunque e poco importa - precisano dalle scuole - che, alla fine le prove, non avranno alcun valore legale. E se alla primaria Maffi sono state già decise le date (15 e 16 giugno) alla XXV Aprile di via Borromeo, zona Primavalle, le prove scelte in autonomia potranno essere sottoposte a tutte le quinte dai docenti. Il motivo di quel che apparentemente sembra un lavoro ulteriore, e per giunta per la prima volta non richiesto dal sistema scolastico, ce lo spiega la preside Rosetta Rossi che puntualizza: «Al termine del percorso di studi dei nostri alunni vogliamo dare, come è giusto che sia, un significato speciale che i bambini potranno sempre ricordare. Una prova che sancirà la fine di un periodo della loro vita scolastica ma che allo stesso tempo li accompagnerà nella nuova scuola, con nuovi compagni e nuovi professori. E così, a fine anno i bambini potranno fare un tema, leggere un testo, risolvere un problema o rispondere a dei quesiti. Certo, l’esame classico è stato abrogato, ma nessuno ci vieta di organizzare delle prove in totale autonomia, che comunque non avranno alcun valore legale». Esami «di rito» verranno organizzati a fine giugno anche alla scuola Elsa Morante di Casal del Marmo «perché - spiega l’insegnante di sostegno Caterina Angelotti - a noi quest’anno sembrava proprio che mancasse qualcosa per sancire il passaggio del bambino da un ordine di scuola all’altro. Senza prove agli alunni sembrerà di non finire e a noi docenti di lasciare quasi aperto un importante discorso pedagogico». |