Da Genova a Milano, da Bologna a Napoli

viene boicottato il sistema di valutazione "Invalsi" voluto dalla Moratti.

Scuola, scoppia la rivolta

contro i test del ministero.

Fondi a chi ha gli allievi più bravi: no delle famiglie, arrivano gli ispettori

La protesta nelle medie e nelle elementari.

di Giuseppe Filetto, da la Repubblica del 26 aprile 2005

 

GENOVA - Il "virus" della disobbedienza ai test si diffonde in tutta Italia. Sul sistema di valutazione del sistema scolastico, introdotto dal ministro Moratti, da Genova a Napoli, da Bologna a Milano parte il rifiuto delle schede prestampate e spedite a tutti i direttori scolastici e ai presidi. I genitori, ritenendo discriminatori i test, scrivono "diffide", proibendo ai capi di istituto di distribuire i questionari ai figli. Gli insegnanti sono divisi: una parte recepisce i suggerimenti delle famiglie, un'altra obbedisce alle direttive del ministero, che ha ordinato ai direttori scolastici regionali di inviare gli ispettori nelle scuole, perché "facciano rispettare la legge".

Il decreto di istituzione dei test, approvato lo scorso ottobre, obbliga i direttori scolastici e i presidi a farli svolgere in seconda e quarta elementare e in prima media; lasciandoli facoltativi nelle superiori. Il ministro dell'Istruzione presenta le prove come metodi scientifici, attraverso i quali stabilire i livelli di apprendimento degli studenti e le metodologie utilizzate dai docenti. Di fatto, le schede, consegnate dagli insegnanti agli alunni, che dovranno rispondere alle domande, serviranno per valutare scuole e docenti, destinando fondi di incentivazione alle scuole e al personale.

Il termine per effettuare le prove era stato fissato al 9 aprile, è slittato ulteriormente perché pochissimi presidi sono riusciti a farli entro quella data. Tanto che l'Ufficio Scolastico Provinciale (l'ex Provveditorato) di Milano ha ordinato il recupero nelle classi dove durante le prove si sono registrate assenze di alunni superiori al 90%.

La protesta monta in tutta la Penisola, guidata anche su internet dal Coordinamento Nazionale per la Difesa del Tempo Pieno. La Flc-Cgil, seppure non contraria alla valutazione, chiede però garanzie al ministro "su come si colloca il sistema Invalsi, di cui non si conosce il fine e l'uso".

"Denunciamo l'assenza di democrazia con cui vengono prese le decisioni - dichiara Emanuela Massa, presidente del consiglio dell'Istituto Comprensivo del Centro Storico di Genova - la vergognosa pratica di mettere i bambini al centro di scelte importanti". I genitori, rappresentanti di classe della media Garaventa, denunciano che "le maestre hanno effettuato le prove sotto la sorveglianza degli ispettori ministeriali".

A Napoli diversi istituti, con insegnanti e interi collegi dei docenti, si sono schierati contro "un sistema che vuol misurare conoscenze e capacità apponendo crocette, escludendo la possibilità di riflettere". Le famiglie del Circolo Didattico di Bagnoli, riunite in assemblea, hanno detto no alla partecipazione dei loro bambini ad una prova "che umilia le intelligenze".

A Bologna, il Centro Studi per la Scuola Pubblica invita al boicottaggio. Alla "Soliero" di Modena, il collegio docenti si è rifiutato di deliberare, e Michele Bonicelli, insegnante, non ha nessuna intenzione di "somministrare i questionari agli alunni". Lo stesso hanno fatto i docenti della scuola elementare a tempo pieno di Cernusco sul Naviglio.