La protesta degli insegnanti: «È un male per gli studenti».

Matematica, precari scavalcati dai riservisti.

«Sono nominati in massa, grazie a certificati medici dubbi».

di Milena Moneta da Bresciaoggi del 26/4/2005

 

Un manifesto, un appello e tanti interrogativi: sono le bandiere che innalza un gruppo di insegnanti precari («sani ed orgogliosi di esserlo») della provincia di Brescia. In particolare si tratta di precari storici di matematica applicata, che vogliono richiamare l’attenzione su quello che accadrà quando arriverà il momento delle supplenze annuali per l’anno scolastico 2005 - 2006 e «chi sa mai, sulle immissioni in ruolo».

Cominciano a precisare i fatti e la legge: «Negli ultimi due anni siamo stati scavalcati, nelle nomine, dai cosiddetti riservisti, grazie alla legge 104 del ’92 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. I riservisti con precedenza assoluta hanno scelto i posti migliori, salvo poi sparire, lasciando cattedre vacanti, affidate successivamente a supplenti temporanei che non garantiscono continuità didattica e provocano grave danno all’attività scolastica».

È evidente che a questo punto sorgono spontanee alcune domande: «Perché i riservisti provengono solo da alcune aree geografiche? - si chiedono gli insegnanti -. È corretto apprendere il numero e la qualità dei riservisti (cioè con o senza precedenza assoluta) il giorno dell’assegnazione delle cattedre? È compatibile con la dura professione di docente una invalidità affiancata dall’utilizzo della famigerata legge 104 applicabile solo in casi di estrema gravità della malattia?».

Sono domande pesanti come macigni, a cui segue un quadro per il futuro «purtroppo facilissimo da prevedere».

Le cattedre per le supplenze annuali di matematica applicata della provincia di Brescia «verranno assegnate con precedenza assoluta ai riservisti che crescono come funghi. Un tempo era la guerra tra i poveri per ottenere una supplenza, ora è diventata la guerra tra invalidi e portatori di handicap, veri o presunti». Il problema è serio, i dirigenti scolastici ne sono a conoscenza, famiglie e studenti lo vivono e lo vivranno sulla loro pelle e a pagarne il prezzo sarà la collettività, nonché la qualità della scuola pubblica».

La conclusione che traggono i precari storici di matematica applicata «che hanno una dignità che impedisce loro di giocare sporco con certificati medici per ottenere un posto di lavoro, rischiano la disoccupazione».

Da qui l’appello. Chiedono se qualcuno è disposto a sostenerli e ad affiancarli nel sollevare il problema nelle sedi opportune (ammesso che si riesca a scoprire quali sono le sedi opportune).