Governo Berlusconi bis:

I nuovi sottosegretari del Miur.

Quasi una fotocopia.

da Tuttoscuola, del 26 aprile 2005

 

Dopo la nomina dell'on. Caldoro a ministro, si trattava di coprire il posto di sottosegretario e viceministro lasciato vacante. E' stato nominato Giovanni Ricevuto, che, come Caldoro, viene dai Nuovi Socialisti.

Il movimento della senatrice Siliquini verso altro ministero non c'è stato e la parlamentare piemontese è stata riconfermata al suo posto.

L'on. Valentina Aprea, il sottosegretario con il maggior numero di deleghe ma da un po' di tempo in rapporti critici con il ministro Moratti, è stata anch'essa confermata.

L'interrogativo sull'UDC che non ha sottosegretari all'Istruzione è rimasto ancora una volta senza risposta.

Tutto come prima, all'insegna sostanziale della continuità, con buona pace proprio dell'Udc che aveva chiesto segni concreti e visibili di discontinuità.

E' logico attendersi, quindi, che anche il cammino della riforma continui come prima, nonostante vi siano stati nelle ultime ore segnali (sen. Asciutti di Forza Italia) per una pausa di riflessione.

 

Tra continuità e discontinuità

Faticosamente, come riferiscono le cronache politiche, è nato dunque il governo Berlusconi bis (o ter, se si conta anche quello del 1994). Un governo di fine legislatura, con l’UDC all’interno della compagine ministeriale, ma con Giulio Tremonti al posto di Marco Follini in qualità di vicepresidente del Consiglio.

Significa che il "subgoverno AN-UDC", secondo la definizione coniata dal "Riformista", è entrato in crisi, e che si è formato un nuovo asse preferenziale tra Forza Italia e AN? E’ presto per dirlo, e per capire se ci saranno ripercussioni, e quali, sull’azione di governo nei diversi settori, compreso quello della politica scolastica e della ricerca. Quel che è certo, come si evince dai primi commenti dell’UDC all’esito della crisi di governo, è che questo partito non rinuncerà a verificare se e quali elementi della richiesta "discontinuità" caratterizzeranno il programma di questo governo nell’ultimo anno della legislatura.

Da questo punto di vista la rinuncia di Follini all’incarico di vicepresidente del Consiglio sembra costituire essa stessa un elemento di discontinuità rispetto alla solidità e solidarietà del governo, all’insegna, probabilmente, di una più marcata visibilità identitaria dell’UDC. Un problema peraltro, che di qui alle prossime elezioni politiche avranno anche gli altri soggetti politici che sostengono la maggioranza.

 

La partita dei sottosegretari

Stefano Caldoro, viceministro uscente del MIUR, è diventato ministro per l’attuazione del programma. Si è quindi liberato un posto al MIUR, sempre che venga confermato il numero di sottosegretari uscenti (quattro, di cui due viceministri). Posto che potrebbe essere rivendicato dall’UDC, partito finora non rappresentato nel governo del MIUR, e che anche per questo non aveva mancato di far valere le sue ragioni fuori di viale Trastevere.

Il candidato naturale sembrerebbe in questa ipotesi il responsabile scuola di questo partito, Beniamino Brocca, che fu già sottosegretario al MPI dal 1987 al 1992, ma si sa che le logiche che portano i partiti a selezionare i loro rappresentanti nel governo non sempre obbediscono ai criteri della competenza specifica dei candidati ai vari posti. Si sa comunque che l’UDC ha sollevato il problema di un maggiore equilibrio tra area liceale e area tecnico-professionale nel decreto legislativo sul secondo ciclo, e che spinge per un assestamento del decreto sul primo ciclo in direzione di una più ampia autonomia e flessibilità dei modelli organizzativi, a partire da una diversa soluzione della questione del maestro-tutor. E se non lo potrà fare dall’interno del governo, lo farà dal di fuori.

Una considerazione in parte analoga si potrebbe fare anche per quanto riguarda AN, il cui responsabile scuola, Giuseppe Valditara, potrebbe prendere il posto attualmente occupato dalla sua collega di partito Maria Grazia Siliquini, interessata - si dice - a cambiare Ministero. Anche Valditara ha più volte criticato le scelte fatte dal MIUR sulla riforma e su altre questioni, ottenendo significativi aggiustamenti di tiro. Anche il suo arrivo a viale Trastevere potrebbe giovare alla compattezza della politica scolastica del governo. Ma è quello che vogliono davvero i partiti in questo epilogo di legislatura?