Pausa di sospensione sulla vertenza contrattuale.
da
ItaliaOggi del
5/4/2005
La scomparsa del pontefice Giovanni Paolo II e
le scadenze elettorali hanno fatto cadere un velo di silenzio sulle
vicende contrattuali dei dipendenti pubblici, 3,4 milioni di
lavoratori, dei quali oltre un milione nella sola scuola. Vicende che
pure sino a giovedì scorso avevano tenuto banco, con un'accesa bagarre
innanzitutto nella maggioranza di governo, e che sembravano essere
arrivate a un punto di svolta.
Il centro-destra si era detto pronto a convocare i sindacati per
un'ulteriore proposta, dopo quella di due settimane fa che ribadiva
gli aumenti del 4,31% previsti in Finanziaria. È stato il ministro
della funzione pubblica, Mario Baccini, nel corso di una convention An,
Udc, Forza Italia per i dipendenti pubblici, ad annunciare che la
convocazione per sbloccare la vertenza sarebbe giunta dopo le
elezioni, "per evitare strumentalizzazioni". Ma l'incalzare degli
eventi potrebbe comportare un ennesimo slittamento.
"Gli aumenti salariali potranno superare il 4,31% stanziato in
Finanziaria, ma solo se si premierà il merito", ha detto in quella
occasione il vicepremier Gianfranco Fini, dopo che il presidente del
consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, aveva affermato che sarebbe
stato difficile dare aumenti superiori al tetto fissato in
Finanziaria.
"Il governo può fare uno sforzo per dare qualche euro in più rispetto
ai 95 euro a cui si arriverebbe con gli stanziamenti già presenti
nella Finanziaria 2005", ha detto in sostanza Fini, "ma a patto di
premiare il merito". Una posizione che questa volta non è solo di
Alleanza nazionale e Udc, ma che trova, per bocca di Antonio Tajani,
la benedizione anche di Forza Italia. "Se, come ci auguriamo tutti, le
parti sociali saranno responsabili per dar vita a un contratto che
incentiva la produttività, Berlusconi è stato chiaro", ha detto Fini,
"il governo non guarderà certo a qualche euro in più".
Resta dunque la proposta di avviare il confronto con i sindacati
partendo da 95 euro, ma con l'intesa di arrivare "a qualche euro in
più", intorno ai 100 euro, in nome della maggiore produttività, ha
detto il sottosegretario alla funzione pubblica, Learco Saporito.
"Ulteriori risorse per il pubblico impiego nel biennio 2004-2005
potranno poi essere reperite nella prossima Finanziaria in un processo
di riforma degli assetti contrattuali", ha spiegato il responsabile
economico di Foza Italia, Renato Brunetta. Punta ancora i piedi la
Lega. "Deve essere chiaro", ha osservato Roberto Calderoli, ministro
per le riforme, "che negli ultimi cinque anni l'aumento degli stipendi
per gli statali è stato pari al 13,1%, mentre quello dei privati del
10,9%". Per la scuola, un aumento del 4,31% significherebbe un
incremento mensile in busta paga di circa 90 euro.
Se dovessero dunque essere confermate le intenzioni espresse la scorsa
settimana, l'aumento per il biennio 2004-2005 dovrebbe aggirarsi sui
95-96 euro, 5-6 euro in più rispetto agli aumenti previsti dalla
Finanziaria e 7-8 euro in meno rispetto a quanto chiesto dai
sindacati.