Dopo le elezioni

1. Un quadro politico confuso.

da TuttoscuolaNews N. 194, 11 aprile 2005

 

L'ombra dell'esito delle elezioni regionali, pesantemente negativo per il Governo, si allunga sulla politica scolastica. In caso di  elezioni anticipate a ottobre sarebbe a rischio il completamento della  riforma Moratti, perché  difficilmente  per  quella  data  potrebbero  essere approvati  in  via  definitiva  due  tra  i  più  importanti  decreti legislativi attuativi della legge n. 53/2003: quello sulla  formazione universitaria degli  insegnanti,  e  soprattutto  quello  sul  secondo ciclo.

L'altro scenario possibile è quello  di  un  eventuale  rimpasto  del governo (o un Berlusconi bis di fine legislatura), in alternativa alle elezioni  anticipate,  che  porterebbe  alla  sostituzione  di  alcuni ministri. Ma sembra improbabile che l'operazione possa  riguardare  il ministro  Moratti,  che  disporrebbe  quindi  dei  tempi  tecnici  per completare la sua opera  in  questa  legislatura,  almeno  per  quanto riguarda l'esercizio  della  delega  con  l'approvazione  di  tutti  i decreti legislativi.

I tempi tecnici però non sempre  procedono  in  sintonia  con  quelli politici: sull'ipotesi di secondo ciclo formulata  dal  Ministero,  in particolare, grava una  pesante  riserva  dell'UDC,  che  contesta  la licealizzazione    dell'istruzione    tecnica   e   la   sostanziale marginalizzazione del "sistema di istruzione e formazione",  giungendo a minacciare di fare mancare il voto dei suoi ministri allo schema  di decreto legislativo. Il Ministero per la verità ha effettuato  alcune correzioni di tiro, rispetto alle ipotesi iniziali, in  direzione  del recupero della valenza tecnica degli ipotizzati licei  tecnologici  ed economici, ma queste correzioni sembrano non soddisfare  le  richieste dell'UDC,    perché   a  giudizio  di  questo  partito  esse  restano all'interno di una logica che  riafferma  l'egemonia  del  modello  di liceo di ascendenza gentiliana.

 

2.

Modificare  il  primo  ciclo  coinvolgendo  le scuole?

L'esito delle elezioni regionali potrebbe allungare la sua  ombra  non solo sul cantiere in piena costruzione del secondo ciclo, ma anche  su quello ormai completato, anche se ancora in attesa  di  un  definitivo "certificato di agibilità", del primo ciclo.

Fuor di metafora, l'attuale situazione  critica  del  Governo,  con  i nuovi rapporti di forza che si stanno confrontando  nella  Casa  delle Libertà, potrebbe sfociare in una scelta di discontinuità anche  per il decreto legislativo sul primo ciclo, che potrebbe essere oggetto di modifiche secondo le normali previsioni della legge delega.

Il ministro Moratti nel settembre scorso aveva dato timidi segnali  di disponibilità per  una  sua  revisione,  sfruttando  la  possibilità offerta dalla legge 53/2003  che  consente  modifiche  e  integrazioni entro 18 mesi dall'entrata in vigore dei decreti legislativi (primi di settembre per il decreto 59/2004).

Non si sa se il ministro abbia poi dato  incarico  ai  funzionari  del Miur di preparare ritocchi al primo decreto legislativo, ma certamente non ha diramato disposizioni perché  a  questa  eventuale  operazione integrativa  concorrano  le  scuole  coinvolte  nell'attuazione  della riforma.

Proprio su questo  aspetto  potrebbe  invece  esserci  un  segnale  di discontinuità per il  sistema  di  istruzione  -  se  questa  dovesse davvero    diventare  la  nuova  linea  adottata  dal  Governo.  Come? Coinvolgendo    le    scuole   in   una  prima  valutazione  critica dell'esperienza applicativa  della  riforma,  con  eventuali  proposte emendative, dalla quale far discendere alcune modifiche al decreto sul primo ciclo di istruzione.

Volendo, si può ancora fare. Ma di tempo non  ne  resta  molto,  alla fine dell'anno scolastico  mancano  80  giorni.  E  sarebbe  illusorio pensare che sia un'operazione facile da realizzare, anche perché  non risulta che l'Amministrazione disponga di puntuali dati informativi  e di  analisi  idonee  a  delineare  l'articolato  concretizzarsi  della riforma nei diversi contesti territoriali.