Scuola, disertano i banchi 10 mila piccoli studenti. Resta alta l’evasione dell’obbligo. Nel Napoletano denunciate 278 famiglie. di L.P. da Il Messaggero del 30/4/2005
ROMA I carabinieri hanno setacciato i quartieri di Scampia e Secondigliano, le degradate periferie napoletane, e hanno denunciato 278 genitori responsabili di aver sottratto 196 minori ai loro obblighi scolastici. L’operazione dei militari è stata battezzata Pinocchio, come l’eroe di Collodi, il bambino che alla frequentazione dei banchi preferì la vita da girovago finendo vittima del gatto, della volpe, di mangiafuoco, della balena. Anche i piccoli semianalfabeti campani rischiano di venire divorati dai mostri della realtà: droga, carcere, prostituzione, pedofilia, vita di strada, lavoro nero. Le statistiche rassicurano. In Italia evade le classi primarie (le ex elementari) lo 0,1 per cento degli allievi, le secondarie (ex medie) lo 0,4, circa 10 mila dei 4 milioni e mezzo di studenti dell’obbligo. Cifre minime se spalmate lungo l’intera Penisola, ma concentrate nei luoghi della disperazione, Calabria, Campania, Sicilia, nelle estreme propaggini urbane di Roma, Milano, Torino, diventano esplosive. «Dietro alle croniche assenze scolastiche dicono i presidi delle aree nel mirino delle forze dell’ordine c’è la miseria delle famiglie, la guerra di camorra, lo scarso interesse di genitori e figli per l’istruzione». La dispersione scolastica è una malattia europea ma gli episodi acuti si manifestano in Italia. I pozzi neri che ingoiano decine di migliaia di allievi facendo schizzare nel nostro paese le percentuali dell’ignoranza sono disseminati nei primi due anni delle superiori: picchi di abbandono fino al 22 per cento, soprattutto in istituti tecnici, professionali, artistici. A conti fatti, circa il 28 per cento dei ”diplomabili” italiani si perde per strada, 10 punti oltre la media Europea, attestata sul 18 per cento. Una febbre che l’Unione vorrebbe abbassare, entro il 2010 sotto al 10 per cento. La ricetta italiana per contrastare il morbo dell’analfabetismo, fonte di drammatici problemi sociali, è principalmente l’innalzamento dell’obbligatorietà scolastica. L’arco di studi è già stato prolungato da otto a nove anni e l’estensione ha permesso, ha detto il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, il recupero di 90 mila ragazzi che altrimenti avrebbero abbandonato per sempre i libri. Dall’anno prossimo, quando l’obbligo verrà ulteriormente dilatato a dieci anni altri 30 mila allievi verranno trattenuti in classe. Le ondate di immigrazione in tutta Europa hanno sicuramente nutrito le statistiche relative a fughe e mancati ingressi scolastici. Ogni Paese dell’Unione sta cercando di mettere a punto una propria strategia per recuperare gli scolari dispersi. La Grecia, per agganciare i giovani più problematici, punta tutto sullo sport. In Danimarca i ragazzi in difficoltà sono stati attirati in scuole speciali che preparano ai corsi di formazione professionale. Interventi importanti che agiscono però solo sul sintomo. Per eliminare le cause bisognerebbe ridare alle nuove leve la speranza in un futuro migliore, missione ardua quando l’orizzonte dei giovani si chiude entro i confini della violenza, della disoccupazione, dello squallore. |