Docenti, cinque anni di stabilità.

Cattedre bloccate fino al 2011.

Due ore per ginnastica. A maggio l’esame del decreto

di Luigi Illiano da Il Sole 24 Ore del 30 aprile 2005.

 

Blocco degli organici dall'anno scolastico 2006/07 fino al 2010/2011, innalzamento di u'ora dell'orario obbligatorio per riportare a due ore settimanali le lezioni di educazione fisica, apertura al ruolo delle Regioni: sono le novità più rilevanti contenute nell'ulgima versione della bozza di decreto sul secondo ciclo dell'istruzione, in vista dell'approdo, entro maggio, al Consiglio dei ministri per la prima approvazione. Sull'intero percorso che porta al traguardo del disco verde definitivo pesa la scadenza della delega che è già stata prorogata da aprile al prossimo ottobre.

E la discussione potrebbe arenarsi sui contenuti dei programmi e dei quadri orario, allegati al decreto; infatti, da più parti è stato chiesto lo stralcio.

Il documento delinea la nuova scuola superiore e dovrà misurarsi con fronti agguerriti e non per forza separati tra loro: Regioni, commissioni parlamentari, parti sociali e associazionismo.
A viale Trastevere l'ordine è di lavorare sodo e tirare dritto, pur tra molteplici limature, mediazioni e aggiustamenti delt esto che è già alla settima stesura.

Proprio nell'intento di portare a maggio il testo al Consiglio dei ministri. L'ultima versioone è di mercoledì 27 aprile, ed è costituita da 32 articoli.

Le novità: L'articolo 2 ("passaggio al nuovo ordinamento") mette il catenaccio agli organici per cinque anni. In particolare, specifica che per garantire il passaggio graduale al nuovo ordinamento, "per l'anno scolastico 2006/07 e fino alla messa a regine del sistema dei licei, decorrente dall'anno scolastico 2010/11, la cosistenza numerica della dotazione dell'organico di diritto del personale docente resta confermata nella quantià determinate per l'anno scolastico 2005/06". Inoltre, nel docuemnto appare netta la distinzione tra percorsi di studio e piano organizzativo, uan delle novità più evidenti.
In concreto il testo prefigura lo scenario che porterà le Regioni ad avere un ruolo centrale nell'Istruzione, secondo quanto stabilito da nuovo Titolo V della Costituzione: dalla gestione del perosnale a quella dell'intera rete scolastica. Questo si tradurrà soprattutto in maggiore autonomia per le scuole.

Ad esempio, laddove nelle precedenti versioni della bozza si parlava di "licei" adesso si parla di "percorsi liceali", una definizione ampia che permette di non identificare il corso di studi con l'istituo scolastico. Va detto che la partita tra minsitero e Regioni resta ancora paerta.
Intanto, il trasferimento delle risorse dallo Stato alle Regioni sarà definito con un provvedimento specifico.

Viene poi confermata la scelta del modello "Campus", ossia la possibilità di attivare percorsi sia liceali che di istruzione e formazione professionale nello stesso istituto. Infine, da un'analisi dei quadri orario sembra delinearsi l'identità di licei tecnologici professionalizzanti, ossia capaci di incorporare gli attuali istituti tenici. Gli indirizzi del liceo tecnologico tornano a essere otto: riappare quello di "Tecnologie tessili e abbigliamento".

La polemica sul classico. "Solo il liceo classico dà la possibilità di accesso a tutte le facoltà universitarie", è l'allarme lanciato dalla CGIL scuola riferendosi all'articolo 5 della bozza di decreto. "Un'attribuzione inquietante - scrive la CGIL - la reiterazione di un privilegio aristocratico ai danni di tutti gli altri percorsi di formazione".

Ma la denuncia della CGIL sembra non tenere conto del fatto che l'articolo 2 della bozza afferma esplicitamente che i percorsi liceali sono propedeutici all'università. D'altronde, anche i percorsi d'istruzione e formazione professionale, con la frequenza dell'anno integrativo, grarantiscono l'accesso all'università. Quindi, nella descrizione del liceo classico, contenuta nell'articolo 5 della bozza, sembra esserci stato un eccesso di specificazione che può aver tratto in inganno.

La replica del MIUR no si è fatta attendere: "Si tratta di illazioni infondate e destabilizzanti. Il MIUR - scritto in un comunicato - fa appello a tutte le famiglie perchè non si dia credito a voci false e tendenzione. E assolutamente escluso che ci siano limitazione all'accesso all'università in relazione ai diversi licei".

Primo ciclo. Nello schema ci sono cinque articoli riguardanti il raccordo tra primo e secondo ciclo. In particolare si occupanno dell'insegnamento di musica, lingue e scienze. Resta da definire coni lministero dell'Innovazione tecnologica l'insegnamento dell'informatica.