Asciutti: rinviare la riforma. da ItaliaOggi del 26/4/2005
Scegliere tra scuola e istruzione professionale a 15 invece che a 13 anni? Un errore, non serve ai giovani e alle imprese. "La vera logica classista è quella di chi pensa che non vi possa essere cultura anche nei corsi professionali. In Germania sono scelti da circa il 50% dei ragazzi", ribatte Franco Asciutti, presidente della commissione istruzione del senato e responsabile scuola di Forza Italia. In prima fila tra coloro che hanno fatto sentire la loro voce critica nei confronti della riforma Moratti, anche a costo di creare non pochi problemi all'equilibrio interno della maggioranza, all'accusa di classismo Asciutti proprio non ci sta. "Sarebbe bene ricordare che la divaricazione tra i due sistemi, il cosiddetto dualismo, è stata messa in campo dalla precedente legislatura, che aveva partorito una riforma incomprensibile, dalla quale elementari e medie uscivano disastrate". Ma lo spirito critico fa presto capolino. E ammette: "Una pausa di riflessione sulla riforma delle secondarie ci vorrebbe proprio, magari fino a dopo le politiche".
Domanda. Guardi che l'accusa di aver rovinato ciò che funzionava meglio, elementari in primis, è diretta a voi. Risposta. Abbiamo fatto più di un errore in fatto di comunicazione. Chi lavora nella scuola sa che il ciclo di base è cambiato pochissimo. Eppure, molti ci accusano di aver cambiato troppo, per esempio sul fronte tutor e tempo prolungato, perché è passato questo messaggio. Sono altri gli aspetti importanti della riforma Moratti, aver spinto per esempio sull'istruzione professionale rispondendo a una domanda che ci giungeva dal paese e dall'Europa.
D. Quale formazione, quella degli istituti tecnici, alias licei tecnologici, o quella dei corsi regionali? R. Entrambe, ma per una formazione regionale di qualità ci vorranno risorse.
D. Che al momento non si vedono. R. Non sarebbe male prendersi un periodo di riflessione, magari fino alle prossime politiche. Ciò consentirebbe anche di trovare le intese istituzionali che oggi mancano. Del resto, perché la riforma delle secondarie entri a regime ci vorrebbe comunque qualche anno. |