Uno sguardo sull'Europa - di Emiliano Lombardi

Spagna: abrogare si può.

 da Proteo Fare Sapere del 5/4/2005

 

Alla fine Zapatero ce l‘ha fatta: la riforma scolastica della destra (Loce) sarà abrogata. Il Ministero dell’Educazione spagnolo infatti ha presentato la scorsa settimana la bozza di una nuova riforma (Loe). In questo modo ha ottemperato alla clausola costituzionale che prevedeva di poter non applicare una legge se in un tempo congruo si è in grado di portare a termine una legge differente. E così il governo conta di approvare il tutto entro il 2005. I primi cambiamenti si applicheranno a partire dal 2006-2007 e riguarderanno le bocciature e l’elezione dei capi di istituto, mentre i cambiamenti ai programmi nazionali, la definizione delle quote curricolari di competenza delle singole regioni saranno attuate nel 2007-2008 per le prime e le terze medie e l’anno successivo per le seconde e le quarte.

Ma le polemiche non finiranno qui: la nuova legge tenta infatti una sintesi di un lavorio legislativo che va dal 1985 ad oggi e che passa attraverso l’opera di governi differenti e, pur modificando gli aspetti più impopolari della legge della destra, introduce anche soluzioni che possono essere lette come altrettanti compromessi.

La nuova legge elimina il provvedimento più odioso, cioè quella canalizzazione obbligatoria in base ai risultati scolastici in tre percorsi (preliceale, preprofessionale e prelavorativo), che era stata tacciata di segregazionismo e che per fortuna non era ancora stata applicata, ma la nuova scuola media (che, ricordiamo, in Spagna è quadriennale e va dai 12 ai 16 anni), pur avendo un’ampia base di discipline comuni in prima seconda e terza, non sarà però identica per tutti e il quarto anno sarà orientato o al liceo o alla formazione professionale, a scelta dei ragazzi e delle famiglie. E se, diversamente dalla Loce, nessuno a 15 anni sarà preparato per l’avviamento al lavoro, i ragazzi tra i 16 e i 21 anni che non hanno completato la media potranno tuttavia completarla in un corso di avviamento al lavoro.

Altro aspetto, per altro invece già in vigore, che viene cambiato è costituito dalla norma sulle bocciature. La Loce prevedeva che con due insufficienze fosse obbligatorio bocciare, la nuova legge prevede che nella scuola secondaria inferiore la bocciatura scatti obbligatoriamente non con due ma con quattro insufficienze, mentre con tre la questione viene rimessa alla decisione del “consiglio di classe”.

Altro aspetto di rottura con la legge della destra è l’abolizione dell’esame terminale del percorso liceale e le trasformazione invece dei preesistenti esami di ammissione alle università in una prova unica nazionale che funzioni sia come valutazione finale della preparazione liceale che come selezione per l’accesso al numero chiuso.

La nuova legga mantiene invece della Loce alcune cose: la gratuità della scuola materna (che però comporta finanziamenti pubblici anche per le numerose scuole materne private), la possibilità di respingere gli alunni anche in prima media (una volta si prevedeva che le bocciature potessero iniziare solo in seconda) e la partecipazione dell’Amministrazione alla elezione dei capi di istituto (in Spagna il preside è elettivo) anche se con un potere minore di quello che aveva attribuito la destra ( il grosso della scelta resta nelle mani dei collegi docenti e dei consigli di istituto).

Ma la cosa su cui la polemica sarà più viva resta sicuramente la questione dell’insegnamento della religione, sottoposta agli accordi tra stato spagnolo da una parte e chiesa cattolica, comunità ebraica, chiesa evangelica e comunità islamica dall’altro. Probabilmente sarà valutabile nella media ma non nella secondaria superiore. Resta rinviato ad un decreto reale la definizione della materia alternativa e della sua gestione.

Il testo conterrà anche norme sulla valutazione di sistema da tenersi in riferimento alla quarta elementare e alla seconda media e l’impegno del governo a un resoconto annuo davanti al parlamento delle valutazioni sull’andamento del sistema scolastico.