Portfolio delle competenze a rischio di privacy.

da ItaliaOggi del 9/8//2005

 

A rischio di violazione della privacy il portfolio delle competenze. La scheda che segue e registra analiticamente la vita degli studenti, dall'inizio alla fine, con successi e insuccessi, potrebbe mettere a repentaglio la riservatezza su alcuni dati personali, quali lo stato familiare o le condizioni psicologiche dell'interessato.

Lo strumento, previsto dalla riforma della scuola targata Moratti (legge n. 53/2003), è così finito sul banco dell'autorità di vigilanza sulla privacy. Che con un provvedimento del 26 luglio 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 182 del 6 agosto, ha fissato una sorta di vademecum a cui le scuole dovranno attenersi nella compilazione del curriculum dei propri alunni. Un vademecum che il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, si è impegnata a tradurre anche in una circolare interna da trasmettere a tutti gli istituti in vista dell'apertura del prossimo anno scolastico.


Tra gli adempimenti che attendono gli insegnanti dal 1º settembre, c'è dunque anche quello di uniformare i propri curriculum alle norme del codice sulla privacy (legge n. 196/2003).


Nel predisporre il portfolio, ogni scuola può definirne uno proprio, deve essere evitato, prescrive l'autorità presieduta da Francesco Pizzetti, ogni riferimento a dati sensibili, oggetto di particolari tutele nell'ordinamento (per esempio dati relativi allo stato di adozione)
quando gli stessi non siano strettamente indispensabili per raggiungere le finalità di documentazione perseguite. L'area delicata, dunque, è rappresentata dai rapporti interpersonali dell'alunno nella sfera privata, il suo profilo psicologico, la sua estrazione sociale e culturale. Il trattamento deve riguardare solo dati anonimi ovvero non identificativi e, inoltre, che siano effettivamente pertinenti e non eccedenti rispetto alla finalità di valutazione dell'alunno.


Alcuni presupposti giuridici per il trattamento dei dati sensibili sono poi diversi a seconda che l'istituto sia pubblico o privato. Nel primo caso, la scuola non dovrà richiedere il consenso specifico da parte gli esercenti la potestà. Consenso al trattamento che invece le istituzioni private sono tenute a richiedere, oltre che rispettare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni generali del garante al trattamento (sul sito www.garanteprivacy.it). I genitori hanno comunque sempre diritto a essere informati in merito al trattamento dei dati personali.