I tecnici di laboratorio temono la mobilità in altri comparti. Chiedono garanzie sul loro futuro. Scuola, i tecnici dal ministro: posto a rischio con la riforma. Nelle superiori della regione si contano circa cinquecento docenti interessati, oltre 60 solo all’istituto Malignani di Udine. di Giacomina Pellizzari, dal Messaggero Veneto del 17/8/2005
La riforma della scuola superiore, quella che prevede la trasformazione degli istituti tecnici in licei, preoccupa decine di docenti di laboratorio che prestano servizio in provincia. Gli insegnanti tecnico pratici (Itp) temono di veder venir meno la loro funzione e le loro mansioni svolte finora tra provette e attrezzature meccaniche. La preoccupazione serpeggia da tempo e alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico, gli interessati hanno voluto fissare alcuni paletti in sede ministeriale. Per salvaguardare lo stato giuridico, agli inizi di agosto, una rappresentanza del Coordinamento nazionale dei docenti di laboratorio, guidata da Filippo Rizzo, docente dell’istituto tecnico industriale Malignani di Udine, è volata al ministero dell’Istruzione a Roma per esprimere le preoccupazioni dei colleghi (cinquantasettemila in tutta Italia) al direttore generale per gli ordinamenti scolastici, Silvio Criscuoli. In quell’occasione, gli insegnanti, assieme ai dirigenti ministeriali, hanno analizzato il documento-manifesto nel quale chiedono garanzie sul mantenimento dello stato giuridico ed economico di docenti. «Nessun docente tecnico pratico – hanno ribadito a Roma – dovrà essere utilizzato in funzioni e mansioni non coerenti con la specificità professionale». Attraverso il documento-manifesto, però, gli interessati sollecitano «l’estensione delle attività di laboratorio e degli uffici tecnici anche negli indirizzi in cui queste non sono ancora state previste». Chiedono inoltre «il mantenimento delle risorse nell’organico funzionale della scuola di titolarità e specifiche garanzie per i docenti tecnico pratici precari» che potrebbero trovarsi esclusi dalle assegnazioni delle supplenze. Non a caso, il Coordinamento dei docenti di laboratorio invita a non attuare «nessuna mobilità forzata in altri comparti della pubblica amministrazione». Da parte sua, il dirigente del ministero ha rassicurato i rappresentanti del Coordinamento, garantendo loro altri incontri nel corso della fase ordinamentale, quando sarà arrivato il momento di definire concretamente la gestione del personale. Il problema non è nuovo. Da tempo, i sessanta tecnici di laboratorio del Malignani hanno dato vita al coordinamento regionale per difendere le loro professionalità messe a repentaglio dalla riforma Moratti. La stessa che prevede la trasformazione degli istituti tecnici in licei con piani di studio sprovvisti delle esercitazioni pratiche. Nelle scuole della regione si contano circa cinquecento insegnanti di laboratorio: «Questi insegnanti, che rischiano di andare incontro a forti penalizzazioni e riduzioni, – precisa Rizzo – sono fondamentali e inalienabili in una scuola dell’apprendimento e dell’educazione. Sono una risorsa della scuola per la scuola». |