Fuga di massa, organici ridotti di 245 docenti.

da ItaliaOggi del 23/8/2005

 

Fuga dalla scuola. Nei prossimi dieci anni 30 docenti su 100 diranno addio alla loro cattedra per il pensionamento. Uno svuotamento dei ranghi che porterà gli organici a passare da 698 mila a 440 mila. Una contrazione epocale, che è la diretta conseguenza delle politiche di contenimento della spesa e di blocco del turn-over perseguite negli ultimi dieci anni. Le stime sono fatte dal ministero dell'istruzione, nel rapporto La scuola in cifre. Stime al ribasso, che non tengono conto degli effetti della riforma delle pensioni approvata nel 2004, che potrebbe portare, dice il ministero guidato da Letizia Moratti, a un'accelerazione delle uscite negli anni precedenti la sua entrata in vigore.

Nel 2004/05 i pensionamenti hanno riguardato 16 mila insegnanti, un dato destinato a crescere vista l'età media di 48 anni dei docenti in servizio. I calcoli parlano di un incremento delle cessazioni di 2 mila unità l'anno, fino ad arrivare nell'anno 2014 a 34 mila uscite. Complessivamente, in dieci anni dovrebbero lasciare la scuola almeno 245 mila insegnanti, di cui l'8,6% della scuola dell'infanzia e il 30% rispettivamente delle medie e delle superiori. Un'occasione per alleggerire i bilanci dello stato: ogni anno si pagano, per i soli stipendi, quasi 36 miliardi di euro, una manovra finanziaria.

È infatti probabile che i docenti in uscita saranno solo in minima parte sostituiti, viste le strette inferte da tempo sulla spesa pubblica e in particolare sul personale dipendente. E visto l'obiettivo che i vari ministri dell'istruzione si sono prefissati negli ultimi anni di riportare il rapporto docenti/alunni alle medie europee.

Tant'è che, a fronte di 107 mila docenti con contratti di supplenza nel 2004/05, le cifre sono certificate dal ministero dell'istruzione, il governo ha autorizzato quest'anno l'immissione in ruolo di 35 mila nuovi insegnanti.

Il taglio ai posti fissi parte da lontano: dal 1995, quando la consistenza dei docenti di ruolo è cominciata a scemare, fino a registrare una contrazione del 2%. Può sembrare poco, ma non lo è alla luce della tipologia di insegnanti: i docenti di ruolo infatti hanno subito un taglio quasi del 10%, a fronte dei supplenti che sono saliti da 53 mila a 107 mila, arrivando a costituire oltre il 13% del corpo docente. Il boom di contrazione dei posti fissi è particolarmente marcato nella scuola media con oltre il 21% di cattedre in meno. Ancora troppe, comunque, le cattedre, giacché il numero di studenti per insegnante è passato solo da 10/1 a 11/1. Lontane le medie europee: l'Italia resta ancora oggi il paese con il rapporto più basso. Il Regno Unito, per esempio, ha un insegnante ogni 20 alunni, 16 ne conta la Germania, 14 la Finlandia e la Francia. Insomma, i margini per ridurre l'organico di diritto restano ancora ampi.