Nomine a tempo determinato: esposti e diffide. Precari e sindacati in allarme per il fenomeno delle cattedre e spezzoni di cattedra “a scomparsa”. di Giorgio Veneziani, da La Tecnica della Scuola del 29/8/2005
Capita che in questi giorni, nelle varie regioni italiane, si proceda alle nomine a tempo determinato per gli insegnanti precari. Succede anche, in molti capoluoghi di provincia, che i Csa ( Centro dei Servizi Amministrativi) si trovino ad assegnare cattedre agli aventi diritti, in base alle disponibilità comunicate dai Dirigenti Scolastici delle varie scuole della provincia. Capita che, non sempre, le disponibilità di posti vengano aggiornate in tempo reale. Così, a qualche docente viene assegnata una cattedra che realmente non esiste più, per modifiche sopraggiunte o, viceversa (ed è il caso più frequente), cattedre esistenti non figurano nell’elenco delle disponibilità, per cui insegnanti che opterebbero per scuole più facilmente raggiungibili, siano costretti ad accettare nomine anche provincia. Gli insegnanti precari, lesi nei loro diritti, hanno fatto partire esposti e diffide agli uffici competenti. Altro motivo del contendere è costituito dagli spezzoni di cattedra. I sindacati e i comitati dei precari lamentano i casi di frazioni di cattedra, con numero di ore superiore a sei, vengano suddivise e attribuite agli insegnanti stabili, come lavoro straordinario. Ma anche per gli spezzoni con numero minore di ore si prepara battaglia. La Gilda degli Insegnanti di Napoli, ad esempio, ha provveduto ad inviare diffide al Dirigente del Csa di Campania e ai Dirigenti Scolastici perché detti spezzoni vengano attribuiti in base alle graduatorie permanenti. Ciò perché, secondo quando riportato nelle diffide, “…l'abrogazione dell'art. 521 del T.U. ha di fatto abolito la distinzione tra gli spezzoni orario di consistenza superiore o non superiore a sei ore, come confermato dalla Legge 124/99 e dal D.M. 201/00 che trattano gli spezzoni in termini univoci.” |