Compenso al tutor per legge?
No, grazie.
da
Tuttoscuola
dell'1/8/2005
Ritorna il tutor. In piena estate, quando meno
te lo aspetti, il desaparecido della riforma fa la sua breve comparsa
alla Camera dei deputati, ma il Presidente lo rifiuta.
E i sindacati ringraziano.
Come molti ricordano, quasi un anno fa (esattamente il 30 agosto
2004), in attuazione dell’art. 43 del CCNL, partiva la trattativa per
definire l’esercizio della funzione tutoriale nel primo ciclo di
istruzione e per quantificare il compenso per tale prestazione.
Di rinvio in rinvio, di scontro in scontro, quella trattativa è andata
alla deriva, abbandonata, archiviata, senza che si potesse definire il
come e il quanto del tutor.
Nei giorni scorsi, però il tutor ha fatto improvvisamente la sua
comparsa alla Camera dei deputati, dove, su proposta del Governo, in
sede di conversione in legge è stato presentato l’emendamento 3-bis.01
al decreto legge n.115/2005 recante disposizioni urgenti per
assicurare la funzionalità di settori della pubblica amministrazione.
L’emendamento governativo prevedeva l’erogazione di un compenso per la
funzione tutoriale nel primo ciclo di istruzione.
La presidenza della Camera ha tuttavia ritenuto inammissibile
l’emendamento che, pertanto, è decaduto senza nemmeno essere discusso.
Questo non ha impedito tuttavia ai sindacati confederali della scuola
e allo Snals di esprimere in un documento congiunto tutta la loro
contrarietà e la protesta per l’iniziativa unilaterale del Governo,
considerata un attacco alla prerogative contrattuali.
Con il documento i sindacati della scuola colgono l’occasione per
chiedere "la riapertura del confronto
negoziale ex art 43 CCNL presso l’ARAN finalizzato a dare certezza di
risorse alle scuole e di retribuzione del lavoro".