Caro libro, quanto mi costi.
Inchiesta di Altroconsumo alla vigilia
dell'apertura del nuovo anno scolastico. Le famiglie spenderanno in
media il 2,4% in più rispetto all'anno scorso. Le più esose sono le
scuole medie. Ma il ministero nega: «La situazione è sotto controllo».
di Cinzia Gubbini, da il Manifesto del 19/8/2005
ROMA
Ci risiamo: anche quest'anno il ritorno sui banchi di scuola sarà un
vero salasso per le tasche di studenti e genitori. Un'indagine
dell'associazione Altroconsumo, che già negli anni passati si era
interessata di monitorare l'andamento dei prezzi dei libri scolastici,
ha verificato che l'aumento medio per il prossimo anno scolastico è
del 2,4%. La ricerca dell'associazione ha preso in considerazione un
campione di 29 scuole medie (per un totale di 600 classi) e 34 scuole
superiori (solo le prime classi, in tutto 250) sparse in otto città
italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e
Torino. Per avere un'idea di quanto costi mandare i figli a scuola ve
tenuto conto che l'indagine di Altroconsumo si è limitata a
considerare i libri obbligatori: restano fuori dal conteggio, dunque,
i dizionari e i libri consigliati.
La scuola più cara in assoluto? Non ci sono dubbi: la scuola media.
Per questo grado di scuola esiste ancora il tetto ministeriale: con
decreto, ogni anno, viene stabilito qual è il limite massimo di spesa.
Quest'anno viale Trastevere se l'è presa comoda e il decreto è stato
pubblicato solo il 3 giugno, quando la maggior parte delle scuole
aveva già stabilito la lista dei libri. Tuttavia, si tratta di una
dilazione che giustifica solo parzialmente i collegi docenti, visto
che da tre anni il limite è sempre quello. Limite che d'altro canto
raramente viene rispettato, anche se è obbligatorio, senza che per
questo siano mai scattate particolari sanzioni.
Per i ragazzi che andranno in prima media (scuola dell'obbligo, è il
caso di ricordarlo) il portafogli dovrà sborsare quest'anno, in media,
274 euro (+2% rispetto all'anno scorso). Il tetto ministeriale è di
280 euro. Ma nel 44% dei casi viene sforato: l'anno scorso «soltanto»
il 36% delle classi sfondava il limite. Il «vizio», insomma, si
estende a macchia d'olio.
Le seconde medie, invece, se ne infischiano del tetto (da tre anni
invariato) che è di 108 euro: in media, infatti, se ne spendono 116.
In terza media passa la paura (si fa per dire) e si ritorna nei
paraggi del tetto stabilito, che è di 121 euro. Le famiglie, infatti,
spenderanno 124 euro in media, «solo» il 38% delle classi ha sforato
il limite, ma l'aumento rispetto all'anno precedente rimane, comunque,
del 2,3%.
Alle superiori non è possibile fare un raffronto con il tetto
ministeriale, poiché da due anni è stato tolto. Quindi, tutti liberi.
E infatti, ad eccezione dei licei scientifici, la spesa è pazza. Le
scuole più care in assoluto sono i licei classici (una spesa media di
330 euro, 6,4% in più rispetto all'anno scorso) e gli istituti tecnici
(292 euro in media, per un aumento del 6,9%). Gli scientifici, invece,
vanno in controtendenza con un bel meno 4,5%, che comunque significa
pagare in media 244 euro. Infine, una curiosità: le città in cui i
rincari sono stati più selvaggi sono Napoli e Roma. Quelle meno care
sono invece Torino e Milano.
I dati hanno scatenato una ridda di dichiarazioni e un comunicato un
po' piccato del ministero dell'istruzione, che quest'anno ha già
dovuto affrontare le polemiche scaturite dalla decisione di affidare
il business dei libri spediti per posta alla società Bol, di casa
Mondadori. «La situazione è tenuta costantemente sotto controllo -
scrivono dal ministero, sottolineando che la ricerca si basa su un
campione molto limitato - con una circolare dell'11 luglio scorso i
direttori regionali sono stati chiamati a fare specifiche verifiche
sui casi di sforamento dei tetti di spesa». In attesa che il
monitoraggio dei direttori regionali - che sicuramente sarà più
esaustivo - venga reso pubblico non resta che sentire le ricette
suggerite da più parti. La Cgil scuola, per bocca del segretario
Enrico Panini, chiede al ministero di impegnarsi a calmierare i
prezzi, ma anche di destinare risorse «per sostenere le famiglie a
basso reddito che mandano i figli alle scuole pubbliche, invece di
pensare sempre e soltanto a ripagare chi li iscrive alle scuole
private». Inoltre, propone Panini, si potrebbero rilanciare nuove
strategie «come quella del comodato d'uso». Mentre Angela Nava dei
Genitori democratici ricorda: «Il Comitato per il monitoraggio sul
caro libri non viene più convocato da anni. Io credo che i genitori
debbano vigilare e denunciare, in modo organizzato, quando i prezzi
dei libri aumentano senza una ragione». Pratico ma di buon senso, il
consiglio di Altroconsumo: «Non affrettatevi a comprare tutti i libri
- dice Michele Cavuoti, curatore della ricerca - spesso infatti
rimangono inutilizzati. Meglio iniziare l'anno scolastico e capire
quelli di cui c'è davvero bisogno».