Tutto regolare.
Lo dice Letizia .
Assunzioni e investimenti, il ministro dell'istruzione dà i numeri.
L'opposizione contesta.
di
Cinzia Gubbini da il
Manifesto del 9/9/2004
ROMA
Tutto a posto, nessun problema. Il ministro dell'istruzione Letizia
Moratti apre il nuovo anno scolastico buttando acqua sul fuoco:
«troppi allarmismi dai giornali, aiutatemi a fare il mio lavoro», ha
detto il ministro secondo cui «per il quarto anno consecutivo gli
alunni troveranno in ogni classe i loro maestri e i loro professori».
Ma l'opposizione contesta a Moratti di «nascondere la polvere sotto il
tappeto». Ed è scontro sulle cifre, ma anche su alcuni punti della
riforma (in primis il tutor) che quest'anno verrà applicata per la
prima volta nelle scuole elementari e nel primo anno delle scuole
medie. Innanzitutto i numeri, di cui Moratti è generosa: duemila
insegnanti in più per la seconda lingua alle medie, mille per
l'inglese alle primarie (ovviamente si parla di posti già esistenti),
39mila laboratori in più e, soprattutto, le 15 mila assunzioni
effettuate (12.500 insegnanti, 2.500 personale Ata) che si aggiungono
alle 62 mila del 2001. «In tre anni il precariato è diminuito del
30%», ha spiegato il ministro. «Ma quelle 60 mila assunzioni sono
state fatte dal governo di centrosinistra - contestava nel pomeriggio
Andrea Ranieri dei Ds - e sono l'unico contingente del piano triennale
previsto dal nostro governo che la maggioranza ha attuato. Poi le
assunzioni sono state ferme per tre anni». Il ministro Moratti ha
anche detto che 11 regioni italiane hanno completato l'assegnazione
delle supplenze: sono 76 mila quelle annuali conferite finora. Anche
su questo punto le opposizioni portano dati ben diversi «il ministro
dimentica di dire che le graduatorie sono uscite zeppe di errori, e
che in alcune città siamo arrivati al paradosso di vedere scritto sui
moduli delle graduatorie "definitive provvisorie"». Uno degli ordini
di scuola più «scoperti» è la scuola dell'infanzia: in moltissime
città, e non solo al sud, mandare i figli all'asilo pubblico è
un'impresa. Ma il dato più interessante fornito dalle opposizioni è
quello sull'aumento degli alunni negli ultimi anni a fronte di una
diminuzione degli insegnanti: «Nel precedente anno scolastico gli
alunni sono aumentati di 49 mila unità, contemporaneamente sulle
cattedre si contavano 12 mila insegnanti in meno». L'incremento di
alunni, soprattutto nelle scuole dell'infanzia, è dovuto ai bambini di
nazionalità straniera (il ministro ieri ha reso noto che per il
prossimo anno saranno 50 mila in più in tutt'Italia), un elemento che
dà la sponda a Ranieri per un affondo sulla cultura alla gestione
morattiana: «I bambini stranieri, per questo governo, non esistono. Il
conteggio degli insegnanti necessari viene sempre fatto senza
considerarli». «Dov'è il nuovo Rinascimento se si taglia sugli
insegnanti di sostegno, sui mediatori culturali per i bambini
immigrati , insomma su tutte quelle esperienze che rendono la scuola
più ricca?» domanda la deputata dei Ds Alba Sasso.
In effetti, i dati dell'Ulivo parlano di una riduzione continua dei
fondi per la legge sull'autonomia, da cui vengono ricavati gli
stanziamenti per i progetti interculturali. Il ministro Moratti
sostiene invece che gli stanziamenti per la scuola sono aumentati, e
che per il prossimo anno «il ministro Siniscalco ha assicurato che non
ci saranno tagli». I dati del ministero parlano di 35.787 milioni di
euro spesi nel 2001, con un incremento ogni anno di circa 2 milioni di
euro fino ad arrivare ai 40.269 milioni. Soldi in più che chiaramente
rispondono ai normali assestamenti di bilancio dovuti all'inflazione.
Tant'è che, come denunciava ieri l'Ulivo, i fondi per coprire i
decreti attuativi della riforma Moratti non sono mai arrivati. Di
recente l'associazione dei comuni ha deciso di non prendere parte al
tavolo della Conferenza unificata per esprimere i pareri sugli ultimi
decreti (diritto/dovere all'istruzione e alternanza scuola lavoro)
proprio perché mancano i soldi. «Alle ultime elezioni amministrative
il centrosinistra ha guadagnato il governo di molte regioni, e questo
anche per l'opposizione netta che si respira nei territori alla
riforma Moratti. Consigliamo vivamente al ministro di prendere le cose
con calma, e di tornare a parlare con le istituzioni coinvolte nella
gestione della scuola», ha avvertito Ranieri.
E il rapporto con gli enti locali c'entra anche con l'altro grande
nocciolo della riforma: il tutor. Le scuole devono prevedere questa
figura - pena sanzioni disciplinari come sosteneva una circolare
inviata ai direttori regionali dal Miur - oppure possono aspettare
visto che è in corso una (difficile) trattativa sindacale? Il ministro
in conferenza stampa ha tentennato: da un lato ha detto che non può
essere obbligatorio visto il tavolo in corso, dall'altro però ha
affermato che «la trattativa non è preclusiva all'applicazione della
legge». Comunque sia, secondo l'Ulivo la questione è un'altra: «Il
tutor è incostituzionale, poiché spetta alle regioni decidere come
organizzare le scuole», ha sottolineato Ranieri. Il ministro non ha
saputo rispondere neanche su eventuali nuovi stanziamenti per
l'handicap, o sulla revisione dei programmi «ci sono delle criticità,
lo so - ha ammesso alla fine non penso di risolvere tutti i problemi
della scuola in tre anni». «Ad essere ottimista, è solo la Moratti»,
ha concluso Albertina Soliani della Margherita.