Lo scandalo degli aspiranti prof

I corsi ”Ssis” sotto inchiesta: decine di denunce per falso e truffa

 

di Paolo Mastri da Il Messaggero del 23/9/2004

 

Due sentenze pilota del giudice del lavoro di Chieti minano in tutto Abruzzo le graduatorie degli aspiranti prof. Decine di casi sospetti, e altrettante denunce alla procura della Repubblica per falso e truffa, gettano ombre sui corsi di specializzazione delle università abruzzesi. Le polemiche e le carte da bollo non sono mai mancate, ma adesso è bufera sul sistema ”Ssis”, le scuole di specializzazione post-lauream che forniscono punti e corsie preferenziali per arrivare alla sospirata cattedra. I precari storici le hanno sempre considerate una rampa di lancio a pagamento per colleghi giovani e inesperti. Ben peggiore è il giudizio della guardia di finanza, nucleo regionale di polizia tributaria, pronta a mettere sul tavolo i risultati di due anni di indagini sul funzionamento delle ”Ssis” abruzzesi. Un dispositivo articolato, con un cervello amministrativo unico presso l’università di Chieti e articolazioni didattiche a Chieti-Pescara, L’Aquila e Teramo. In queste sedi si svolgono i corsi per l’abilitazione degli insegnanti nelle varie materie, secondo le vocazioni dei vari poli universitari. All’Aquila toccano le materie umanistiche; a Chieti le scienze della formazione e quelle economiche, linguistiche, artistiche e motorie; a Teramo le scienze motorie, quelle giurico-economico e quelle aziendali.

L’inchiesta della guardia di finanza, conclusa con un dettagliato rapporto e una raffica di denunce alla procura della repubblcia di Chieti, ha passato al setaccio ogni rotella di questo complesso ingranaggio, dall’ammissione degli allievi alla frequenza dei corsi, alla regolarità degli esami finali. Un lavoraccio agevolato da alcune testimonianze chiave e dall’acquisizione di significativi documenti. E premiato alla fine dalla individuazione di decine di presunte truffe.

Un bel siluro alle contestatissime ”Ssis”. Altrettanto dura la spallata del giudice del lavoro, che riguarda però gli effetti pratici del sistema, vale a dire il riconoscimento di punteggi preferenziali ai cosiddetti ”sissini”. Le due professoresse pescaresi che, attraverso l’avvocato Carlo Costantini, hanno impugnato le graduatorie del provveditorato di Chieti, contestano il mancato risconoscimento del punteggio pieno (24 punti) per le loro specializzazioni. La legge consente di conseguire più abilitazioni, dopo il primo anno di corso comune. La legge e i regolamenti di molte regioni, poi, consentono agli aspiranti prof di far valere i 24 punti della specializzazione nella classe di materie che preferiscono. I provveditorati abruzzesi considerao invece pienamente valida soltanto la prima specializzazione, attribuendo alle successive punteggi inferiori. Il giudice Ciro Marsella ha deciso con procedura di urgenza, considerando i danni causati, ad anno scolastico iniziato, dalle graduatorie falsate. Ed ha stabilito due principi rivoluzionari: la competenza del giudice del lavoro e il dritto dei ”sissini” a vedersi riconosciuti i 24 punti per la classe di insegnamento che preferiscono. Prime scosse del big one in arrivo.