Il parlamentare chiede sanzioni

Garagnani: "Bisogna punire chi boicotta"

Nel mirino questa volta ci sono la Regione e la Cgil

di Il. Ve. da la Repubblica del 14 Settembre 2004

 

«PUNIRE chi boicotta la riforma Moratti». Mancava Fabio Garagnani in questo clima già teso di avvio di anno scolastico. Puntuale, l´onorevole di Forza Italia che due anni fa si inventò il telefono-spia contro gli insegnanti comunisti, torna all´attacco delle scuole bolognesi. Questa volta Garagnani per chiedere a gran voce sanzioni disciplinari contro chi attua «l´inammissibile e pesante ostruzionismo e boicottaggio della riforma Moratti». Nel mirino, la Regione e la Cgil.

Garagnani, capogruppo del partito di Berlusconi alla commissione cultura della Camera, ha appena firmato l´interpellanza al governo per chiedere conto dei casi in cui la riforma non è attivata nelle singole scuole, soprattutto, aggiunge, per l´attivazione del tutor. «Intanto porterò le segnalazioni che mi arriveranno all´ufficio scolastico regionale». Per Garagnani «In Emilia Romagna c´è un atteggiamento politico preordinato teso a far fallire la riforma. Questo può comportare il reato di omissione di atti d´ufficio». Di qui la sollecitazione al Ministero e agli uffici scolastici «a non esitare con provvedimenti coercitivi». Gli strali del deputato si concentrano contro la Cgil e la sinistra che «lanciano false critiche ai risultati ottenuti dal governo in campo scolastico».

Immediata la replica: «Spero che prima o poi qualcuno proceda con queste punizioni, visto che non c´è mai stato un atto concreto», ironizza Nara Orsi della Cgil scuola. La sindacalista ricorda: «Le scuole si stanno muovendo all´interno della normativa, non esercitano altro che le loro funzioni».

Secca anche la replica di Ds, Verdi e Prc. «Altro che ostruzionismo - dice Giovanna Grignaffini, capogruppo Ds in commissione cultura - le scuole esercitano l´autonomia sancita dalla Costituzione». Ancora più duro Mauro Bulgarelli, deputato verde: «Le uscite di Garagnani segnalano il perdurare di pulsioni autoritarie in questa maggioranza».