La Corte dei Conti fa le pulci all'Autonomia

 

 di Luigi Franco da Italiascuola del 30/9/2004

 

A sette anni dall'avvio dell’autonomia scolastica prevista dalla legge 59 del 1997, il processo di riorganizzazione del ministero dell’istruzione è ancora lontano da una compiuta definizione. Questo il responso della Corte dei Conti contenuto nella relazione sull'indagine da lei effettuata in merito allo "Stato di attuazione della riorganizzazione dell’Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate (Uffici scolastici regionali e Centri servizi amministrativi a livello provinciale)”, depositata il 15 settembre. Infatti, malgrado l’emanazione del nuovo regolamento di organizzazione, approvato con D.P.R. 319 del 2003, non si è giunti ad una completa definizione, anche perché il regolamento stesso necessita di un complesso procedimento attuativo, nonché di una revisione resasi necessaria alla luce delle modifiche apportate al titolo quinto della Costituzione, che hanno comportato la costituzionalizzazione delle autonomie scolastiche e il conferimento di nuovi compiti alle Regioni ed agli Enti locali in materia di istruzione.

Nel mirino dei giudici contabili è finita, in particolare, l’organizzazione degli uffici periferici dell’amministrazione, che avrebbe dovuto comportare la soppressione dei provveditorati agli studi ma che, invece, attraverso i Csa ha finito col riproporre un modello per molti versi analogo al precedente. Ma il punto critico fondamentale evidenziato nella relazione è rappresentato dalla difficoltà dell'Amministrazione, sia a livello centrale che periferico, di svolgere il nuovo ruolo di governo del sistema e di definizione delle politiche scolastiche all’interno di un’evoluzione del mondo della scuola ormai caratterizzata dalla presenza di soggetti dotati di autonomia. E' mancata, a giudizio della Corte, la giusta sinergia all'interno dell'Amministrazione tra i suoi vari livelli (centrale, regionale, provinciale) e tra questi e le istituzioni scolastiche.

Inoltre la Corte ha sottolineato la mancata individuazione di adeguati percorsi informativi sull’andamento gestionale delle scuole, che non possono essere soddisfatti dalla sola attività di revisione dei bilanci. Il flusso di alimentazione dei dati provenienti dalle scuole non è ancora abbastanza sostenuto da consentire un efficace monitoraggio della gestione finanziaria delle scuole. In più nell'analisi sono stati rilevati lentezze e ritardi nell'iter di assegnazione delle risorse destinate alle scuole. Iter, peraltro, ancora caratterizzato da criteri automatici che tengono in conto i soli criteri "dimensionali" delle scuole destinatarie, ma non l'attività programmatoria e gestionale delle stesse. Gli accennati ritardi e incertezze nell'assegnazione delle risorse, il perdurare dei vincoli di destinazione e il disallineamento temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario rendono, a parere dei giudici contabili, molto difficile alle scuole la gestione dei propri programmi annuali e dei Pof. Prova sintomatica ne sarebbe l’entità degli avanzi di amministrazione rappresentati dalla mancata utilizzazione di risorse disponibili da parte delle istituzioni scolastiche, nell’esercizio di riferimento e, talvolta, anche in quelli successivi.

L'indagine condotta dalla Corte dei Conti - comunica l'Ufficio stampa del massimo organo di magistratura contabile - ha già contribuito al significativo avvio di un momento di confronto tra tutti i soggetti interessati alla riorganizzazione del sistema scolastico, e ha portato all'istituzione di un Gruppo di lavoro "finalizzato alla messa a punto di un modello generale di controllo di gestione sull’attività degli istituti scolastici, anche ai fini dell’individuazione delle migliori pratiche amministrative da diffondere all’intero sistema scolastico".