Sì IN COMMISSIONE ALLA CAMERA

Nella nuova legge

più contributi per gli istituti paritari

Il testo prevede che l’intervento non sia inferiore

al 50% della spesa media annua statale per studente

 

di Anna Maria Sersale da Il Messaggero del 23/9/2004

 

ROMA - Con la nuova legge sul diritto allo studio «buoni scuola» per coprire «in tutto o in parte» i costi dell'iscrizione alle scuole paritarie, che non potranno essere inferiori «al 50 per cento della spesa media annua statale per studente». E’ uno dei punti cardine del provvedimento approvato dalla commissione Cultura della Camera che dovrà passare all'esame dell'Aula e poi del Senato. L'ammontare dei buoni scuola sarà determinato da ciascuna Regione in base al reddito, alle disagiate condizioni economiche e al numero dei componenti la famiglia e all'entità delle spese scolastiche che gravano complessivamente sul nucleo familiare. Il testo, sottolineano esponenti della maggioranza, si configura come una «legge cornice» delle norme del diritto allo studio. «Il voto della commissione - afferma Fabio Garagnani (FI), promotore del provvedimento - pone un primo tassello al riconoscimento della legislazione della libertà scolastica. Il testo approvato introduce alcuni principi generali nell'ordinamento statale in materia di diritto allo studio, con particolare riguardo alla libertà di scelta del percorso educativo all'interno del sistema nazionale di istruzione». Proprio due giorni fa la Cei aveva lanciato l’ennesimo appello, sollecitando «l’effettiva parità, anche economica».

L’opposizione polemizza. Un così «sostanzioso aumento dei contributi» non trova il consenso dei partiti dell’Ulivo. «La scuola statale è a pezzi - dicono i Ds - Il governo continua a fare tagli, non si capisce come si possa pensare a finanziare le scuole paritarie. L’uguaglianza deve essere tale solo sul piano giuridico-normativo». Intanto, il parlamentare di Forza Italia spiega quali sono gli elementi di novità: «Rappresentati dall'introduzione di una nuova definizione del diritto allo studio attraverso l'elencazione dei servizi, primo fra tutti il buono scuola, e degli interventi nei quali esso si articola». Garagnani sottolinea anche «il riconoscimento del carattere di pubblico servizio alle iniziative promosse da enti privati o da associazioni di cittadini ed il coinvolgimento esplicito della famiglia». «L'obiettivo - spiega - è quello di valorizzare al massimo il ruolo delle Regioni chiamate a definire le modalità di attuazione di una effettiva libertà di scelta delle famiglie tra scuole pubbliche e private e di garantire nello stesso tempo alle famiglie la tutela di un diritto imprescindibile sancito dalla Carta Costituzionale per tutti i cittadini».

E prosegue il braccio di ferro tra i sindacati e il governo sulle assunzioni del personale della scuola. L’anno è iniziato con 110mila precari che coprono altrettante cattedre vacanti. «È inaccettabile che il Governo butti nel cestino oltre 100 mila nuove assunzioni in ruolo nella scuola», afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini ricordando che la legge 143 dello scorso giugno impegna il governo a predisporre un piano triennale per l'assunzione in ruolo su tutti i posti liberi e vacanti. «L'emendamento, presentato dalle opposizioni, allora fu fatto proprio dalla maggioranza e votato all'unanimità. Ora apprendiamo nella risposta a una interrogazione che non si faranno assunzioni considerato che non ci sarebbero risorse. Risposta irricevibile perché non si dice neppure che le immissioni in ruolo debbano rappresentare una priorità per il governo».