Parte la riforma

tra autonomia e atteggiamenti ostruzionistici

 

 da Tuttoscuola N. 165, 20 settembre 2004 

 

Ormai tutte le scuole hanno aperto i battenti e il nuovo anno scolastico è partito in tutte le regioni.

Un anno scolastico non come gli altri, perché segna l’avvio formale della riforma del sistema scolastico nazionale.

Milioni di alunni, altrettante famiglie, migliaia di docenti: l’operazione riforma è contrassegnata da grandi numeri che muovono enormi interessi in tutti i campi.

Ma della grande riforma che in questi mesi ha fatto tanto discutere, concretamente cosa c’è?

La circolare n. 29/2004 che per prima ha fornito chiarimenti e indicazioni per l’attuazione del primo decreto legislativo ha individuato gli aspetti essenziali del primo decreto legislativo (n. 59/2004) di riforma: funzione tutoriale, orario facoltativo e opzionale, portfolio delle competenze, laboratori, nuovi obiettivi specifici di apprendimento. Il tutto condito e gestito in autonomia.

A parte la funzione tutoriale che in molte scuole è sospesa in attesa dei chiarimenti ministeriali e degli esiti contrattuali, che ne è degli altri aspetti essenziali di riforma?

Innanzitutto c’è la parola magica dell’autonomia scolastica, in nome della quale vi sono scuole – e non solo quelle che non hanno adottato nuovi libri di testo – che ignorano i contenuti disciplinari delle Indicazioni; altre che si guardano bene dall’elaborare modelli di portfolio (mentre mancano direttive ministeriali su cosa ne deve essere del vigente sistema delle schede di valutazione) o di organizzare attività laboratoriali.

Come se la riforma riguardasse altri o, in attesa del contratto sul tutor, fosse giustificato mantenere il vecchio ordinamento.

In nome di un’autonomia che sa un po’ di anarchia.

Una preoccupazione che non sembra aver toccato il ministro Moratti, che più volte si è mostrata, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, soddisfatta di questo avvio "regolare" dell’anno scolastico.

 

La nuova figura professionale del tutor è circondata da un fiume di polemiche che non affronta il cuore del problema: è utile la funzione tutoriale, e a cosa serve? Come costruirla, quali le ricadute? L’avvio del negoziato, avvenuto, con un ritardo che pesa, solo il 30 agosto scorso, dovrebbe consentire di definire il quadro organico normativo ed economico e di dotare i collegi dei docenti degli strumenti contrattuali per gestire l’innovazione.

Lo stato di confusione e disorientamento che si respira in molte scuole sembra dovuto, soprattutto, alla mancanza di un intervento di largo respiro capace di accompagnare la graduale acquisizione del necessario livello di informazione e delle implicazioni operative soprattutto da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici.

A partire dall’approvazione del primo decreto avrebbe dovuto essere resa operativa un’organica azione di formazione in servizio di tutto il personale della scuola (Tuttoscuola lo scrisse subito, v. TuttoscuolaFOCUS n.45/141 dell’8 marzo 2004). Così non è stato, e ora se ne pagano le conseguenze.

Se questo è il contesto, ciò non significa a nostro avviso che il personale scolastico possa arbitrariamente stabilire cosa va fatto e cosa non va fatto. Sembra quasi, infatti, che, in attesa della definizione della trattativa sulla funzione tutoriale, sia giustificato disattendere i contenuti della riforma in nome di una autonomia concepita, in realtà, per esaltare la capacità innovativa delle istituzioni scolastiche e non per disattendere regole di comportamento definite dal Parlamento.

Un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti a questo punto è indispensabile.