Nuovo anno scolastico: parla Letizia Moratti.
Punta alla personalizzazione dei percorsi formativi, alla partecipazione delle famiglie, all’autonomia delle scuole. Non basta? Vuole dare le pagelle (anche) agli insegnanti.
Obiettivi e piani di un ministro pronto a tutto. di Antonio Galdo da Panorama dell'11/9/2004
Mi aspetto una scuola dove ci si meno burocrazia e « più libertà, e dove i giovani siano educati anche ai valori, dalla difesa dell’ambiente ai doveri della cittadinanza» quest’anno, con l'inizio delle lezioni, il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti può vedere alla prova la nuova scuola disegnata dalla sua riforma. Lei ha parlato di una riforma flessibile. Significa che le scuole italiane sono in rodaggio? Significa che la riforma è aperta, pronta ad aggiustamenti e correzioni che possono arrivare dalla verifica sul campo. Come cambia il ruolo della famiglia nel primo ciclo dell’istruzione?
E una famiglia attiva, che dovrà partecipare, in
equilibrio con i docenti, alle scelte dei ragazzi. Quando prometterà un computer per ogni studente?
Intanto abbiamo triplicato, in tre anni, la
diffusione del pc: da 1 ogni 28 studenti siamo passati a i ogni 10. E
arriveremo alla parità. Quali?
Abbiamo recuperato 70 mila ragazzi sui 300 mila
che non vanno a scuola. E’ già un risultato notevole, ma siamo
intenzionati a lavorare per migliorano ancora, secondo gli obiettivi
europei fissati a Lisbona. Presto avremo un’anagrafe con i nomi di
tutti gli studenti che non frequentano la scuola, e tenteremo di
recuperarli uno per uno. Parliamo del personale scolastico, Avremo un autunno bollente? Qualche volta l’Italia è uno strano paese. Per quarant’anni la scuola è iniziata nel caos, gli alunni rischiavano di cambiare insegnante, e i docenti erano spostati tra Natale e febbraio. Da quando sono ministro, l’anno scolastico inizia regolarmente, e questo mi sembra quello che conta. Le graduatorie dei precari sono al centro di una valanga di reclami. Non si rischia il caos? Al contrario, la scuola italiana non è mai stata così in ordine. E la stiamo rafforzando anche in termini di organici: nonostante le restrizioni di bilancio, siamo riusciti ad assumere, in pieno mese di agosto, 15 mila persone tra docenti e personale tecnico-amministrativo che vanno ad aggiungersi ai 62 mila assunti nell’estate 2001. Siamo alla vigilia della Finanziaria. Molti sono convinti che la sua riforma non potrà funzionare per un semplice motivo: mancano i soldi. Non è vero. Dai 2001 la spesa complessiva per l’istruzione è in costante aumento, e affronto il negoziato con il ministro dell’Economia con molta serenità. Piuttosto mi pesano, e mi fanno rabbia, i debiti che devo pagare per onorare gli impegni, presi senza copertura finanziaria, dai precedenti governi. Quali impegni? Mi spiego con due numeri. Mi sono ritrovata con 70 mila bidelli che dagli enti locali sono passati a carico dello Stato, e con una serie di lavoratori socialmente utili da stabilizzare. Conclusione: pago debiti pregressi per 1 miliardo e 56 milioni di euro, Come può immaginare, si tratta di risorse sottratte all’innovazione e al miglioramento del sistema scolastico. Ci sono ancora molti sprechi all’interno del sistema dell’Istruzione? Abbiamo ancora un numero di docenti nettamente superiore alla media europea. Da uno ogni nove studenti siamo riusciti, d’accordo con il sindacato, a passare a uno a dieci, e a pagarli meglio: ma la media europea è uno a 15. Questi sono i dati, e ognuno può giudicarli come vuole. Negli ultimi dieci anni gli alunni stranieri sono passati da 37 mila a 290 mila. Siamo attrezzati per affrontare questa invasione? Non mi spaventa, perché la scuola italiana ha nel suo dna la vocazione a esprimere diverse culture. E’ una scuola che sa fare integrazione. Lei condivide la legge francese che vieta l’uso del velo, e di tutti i simboli religiosi, nelle scuole? Assolutamente no. Penso che ognuno debba essere libero di esprimere le proprie convinzioni religiose, anche attraverso l’abbigliamento. Anche quest’anno le famiglie si lamentano per il caro-libri. Come si può contenere? Noi abbiamo bloccato i prezzi, che non sono aumentati neanche del tasso d’inflazione, per i testi della scuola dell’obbligo. Ma forse dovremo fare qualcosa in più... Il suo ex collega Giulio Tremonti propone la diffusione dei libri in versione elettronica. E una proposta interessante, alla quale abbiamo lavorato insieme quando lui era all’Economia, Stiamo approfondendo tutti gli aspetti di questa possibile innovazione, e speriamo proprio di realizzarla. Dopo il primo ciclo toccherà alla scuola superiore. Il nuovo impianto è già pronto? Siamo in una fase di studio, e teniamo conto che il secondo ciclo è decisamente più complesso del primo. In Italia avremo otto licei, ed entreranno in gioco le competenze regionali per la formazione professionale. Può anticipare una scadenza? Apriremo al più presto il confronto con i sindacati, le amministrazioni regionali e le associazioni. Non voglio assolutamente strangolare questa fase del dialogo. Mi auguro, però, di essere in grado di portare la mia riforma per la scuola superiore in Consiglio dei ministri entro la prossima primavera. E come sempre, quando faccio una previsione cerco di essere realista. Quando avremo anche in Italia, come in quasi tutti i paesi europei, un vero sistema di valutazione delle scuole e del lavoro degli insegnanti?
Di fatto già lo abbiamo, ma è sperimentale. Traducendo: dal prossimo anno scolastico ogni famiglia potrà avere un quadro sul funzionamento della scuola dove ha iscritto i propri figli. Certo. E sarà un sistema di valutazione trasparente, alla luce del sole. D’altra parte, l’esperienza internazionale ci dice che i sistemi scolastici che funzionano meglio nel mondo hanno quattro pilastri: la personalizzazione dei percorsi formativi, la partecipazione delle famiglie, l’autonomia delle scuole e un forte sistema centrale per la valutazione. Noi stiamo rafforzando questi pilastri, per una scuola che faccia un passaggio epocale: da scuola di massa a scuola di qualità. Per tutti." |