Gli studenti in difficoltà solo a Terni sono 210, grossi disagi per le famiglie Insegnanti di sostegno, una falcidia Dai settanta di due anni addietro sono stati ridotti ad uno e mezzo
di Lucilla Piccioni da Il Messaggero del 26/9/2004
Terni - La risposta del Dirigente scolastico regionale è arrivata. Ma si tratta di un'altra stangata, un ulteriore fardello che dovrà portare chi è già svantaggiato. Rispetto ai 29 insegnanti di sostegno chiesti per tutta l'Umbria ne sono stati concessi solo sette di cui cinque e mezzo per la Provincia di Perugia ed uno e mezzo per quella di Terni. Significa che a Terni ci saranno due insegnanti: uno che ha una cattedra completa ed uno che ne ha solo uno spezzone, con poche ore. Gli studenti con problemi quindi si troveranno a non avere il loro insegnante di sostegno o nella migliore delle ipotesi, e si devono pure ritenere fortunati, ad averlo per la metà delle ore che gli spetterebbero. La situazione degli insegnanti di sostegno va di male in peggio. In due anni sono stati tagliati solo nella Provincia di Terni settanta cattedre, settanta posti di lavoro in meno e 210 ragazzi in difficoltà che si trovano da soli senza quel sostegno che la legge prevede. Di studenti se ne calcolano il triplo perchè ogni insegnate, in media segue tre ragazzi con problemi. O diversamente abili come vengono definiti dai tecnici. Una situazione senza ritorno? Non sembra. «Noi pensiamo che qualcosa ancora si possa fare perché in alcune regioni le associazioni dei genitori dei ragazzi con problemi si sono rivolte al Tar ed hanno ottenuto di nuovo l'insegnante. C'è quindi un'altra via da percorrere», dice fiduciosa Carla Fiori della Cgil scuola, anche a Terni i genitori stanno organizzando riunioni per vedere quale è la via legale da seguire. La legge infatti stabilisce che ogni 138 studenti iscritti in una scuola ci debba essere un insegnante di sostegno. Cifre che nelle scuole della Provincia ternana non sono state rispettate. A questo poi va aggiunta anche un'altra difficoltà che è costituita dall'inserimento nelle classi di ragazzi stranieri che non parlano affatto l'italiano. E cosa gli viene assicurato se neanche a chi spetta per legge si riesce a garantire un aiuto? «Si arriva anche al caso di quella scuola superiore ternana in cui c'è una classe di venticinque studenti con due portatori di handicap e due stranieri che non conoscono la lingua», spiega Patrizia Di Pietrantonio della Cgil. In questi condizioni quale didattica si può appliacre? E l'insegnamento personalizzato che senso ha in questo contesto? C'è da chiedersi se sia garantito perfino il diritto allo studio. Ad essere danneggiate dal taglio soprattutto le scuole superiori. «Le professionali poi lo sono doppiamente -spiega Giocondo Talamonti preside dell'Ipsia Pertini - da noi creare classi superaffollate con disabili è molto grave anche perchè i nostri studenti frequentano le officine, i laboratori e li si pongono anche questioni di sicurezza e di incolumità». |