Docente «iniziale», docente «ordinario» e docente ...
di Giulio Benedetti da Il Corriere della Sera del 24/9/2004
ROMA - Docente «iniziale», docente «ordinario» e docente «esperto». Con un aumento, dal primo al terzo livello, di responsabilità e di retribuzione. Quanto? Con l’ordinario siamo nell’ottavo livello dell’inquadramento del personale dello Stato, con l’esperto entriamo nel nono. Fatta salva la contrattazione sindacale, qualche anno fa il doppio salto - un prof che diventava preside - equivaleva a 500 mila vecchie lire in più nella busta paga. Al docente esperto viene riconosciuto il peso di qualche responsabilità in più: si occupa di formazione, di aggiornamento e di valutazione. Insomma, lavora di più. Ecco la carriera dei prof, così come l’intende la maggioranza. Un disegno di legge, intitolato «Statuto dei diritti degli insegnanti», frutto dell’unificazione di varie proposte, è all’esame della Settima Commissione della Camera. Il primo firmatario, Paolo Santulli (Fi), azzarda una previsione: «la Commissione potrebbe completare il suo lavoro entro ottobre». Nonostante il fuoco di sbarramento dei sindacati, l’idea della carriera dei prof va avanti. Lo slogan «no all’appiattimento, agli stipendi uguali per tutti a prescindere dal merito», è un po’ datato. Ma la proposta guarda al futuro: ai nuovi 300 mila insegnanti che nei prossimi 10 anni colmeranno i vuoti prodotti dell’esodo ormai sempre più prossimo dei docenti entrati negli anni ’70. Per loro, i futuri professionisti della scuola, la proposta prevede organismi rappresentativi invece delle rsu e area contrattuale separata.
LA CARRIERA - La progressione automatica per anzianità resta, nel senso che all’interno di ciascun livello sono previsti scatti biennali (come nel passato) che sopravvivono nei vari passaggi della carriera. Ma deve fare i conti con la Commissione permanente di valutazione della scuola. Se l’azione didattica e formativa del prof risulta inefficace e l’impegno professionale nell’istituto scarso - stiamo parlando di casi gravi e documentati - lo scatto biennale di anzianità viene temporaneamente sospeso. Se invece il docente è valido, la valutazione gli consente di acquisire crediti utili per la carriera. L’esame avviene ogni quattro anni. L’insegnante non può passare al livello successivo prima di cinque anni. La carriera fondata sul merito funziona così. L’ingresso nella professione avviene dopo il conseguimento della laurea specialistica e dopo il successivo tirocinio in una scuola, se questo si conclude con un giudizio positivo. A quel punto il laureato si iscrive all’Albo nazionale dei docenti e può partecipare ai concorsi indetti dalle scuole attraverso un’apposita commissione presieduta dal dirigente.
I LIVELLI - Siamo al livello iniziale,
ovvero al settimo livello. Non ci sono limiti. C’è posto per tutti. Ma
i successivi passaggi di carriera: docente ordinario e poi esperto,
prevedono il numero chiuso. I posti sono programmati. L’ulteriore
selezione, su un contingente di posti autorizzati, avviene per soli
titoli. La Commissione permanente di valutazione della scuola stila le
graduatorie degli aspiranti docenti ordinari dopo aver valutato le
competenze professionali, dopo aver tenuto conto del giudizio del
dirigente scolastico e dei crediti e dei titoli presenti
nell’immancabile portfolio.
COMMENTI - «Non c’è collegamento con l’organizzazione della scuola - dice Piero Romei, docente di teoria dell’organizzazione all’università di Bologna -. La proposta non spiega cosa è il merito professionale». |