Moratti controlla la riforma

Partono le note che obbligano le scuole ad applicare la legge

 

di CI. GU. da il Manifesto del 12/9/2004

 

Una lettera inviata a un istituto comprensivo della provincia di Bologna è il primo frutto conosciuto della discussa nota riservata inviata il 30 giugno dal ministero dell'istruzione ai direttori generali in cui si invitava ad assicurarsi che in tutte le scuole italiane venisse applicato integralmente il primo decreto legislativo della riforma Moratti. La lettera è stata inviata ad agosto al dirigente scolastico dell'istituto ed è a firma del direttore generale dell'Ufficio scolastico dell'Emilia Romagna, Lucrezia Stellacci. A quanto si sa, in Emilia Romagna dovrebbero essercene un'altra decina. Il collegio docenti e il consiglio d'istituto di Sassomarconi ad aprile avevano votato due mozioni in cui si rifiutava l'impostazione della riforma Moratti, e per questo si riteneva di non modificare il curriculum orario e di non introdurre la figura del docente tutor. Scelte queste che, alla fine dell'anno scolastico appena trascorso, hanno accomunato moltissime scuole italiane. La lettera che è piovuta sulla testa del dirigente scolastico ha toni perentori: «Sul piano della legittimità si rileva che i documenti menzionati sono da considerarsi nulli per incompetenza assoluta» in quanto, spiega Stellacci, il collegio docenti e il consiglio d'istituto non possono esprimere «giudizi né favorevoli né sfavorevoli su atti legislativi del parlamento e del governo» nel riguardo dei quali «hanno il dovere di una corretta comprensione e professionale applicazione». In sintesi: il governo ordina e le scuole applicano fedelmente.

Il direttore generale fa riferimento sia al testo unico in materia di istruzione del `94 che la famosa legge sull'autonomia scolastica del `99. Nessun riferimento al fatto che l'autonomia scolastica è stata espressamente inserita anche nel titolo V della Costituzione. La lettera si conclude così: «La S.V. vorrà invitare il Collegio dei docenti a un riesame più attento delle disposizioni normative». E poi: «Si invita pertanto a voler fornire formale assicurazione di corretta e integrale applicazione delle innovazioni organizzative, pedagogiche e didattiche».

La lettera della Stellacci, e ancor prima la nota riservata a firma di Pasquale Capo, capodipartimento del Miur, ha provocato un'immediata reazione dei dirigenti scolastici emiliani di Cgil, Cisl e Uil che in una nota unitaria osservano che gli organi scolastici non hanno bisogno di «sollecitazioni, pressioni o intimidazioni» per attuare la legge e che comunque, per quanto riguarda l'introduzione del tutor, sono ancora molte le questioni aperte, a partire dal tavolo sindacale in corso. Ma chi va su tutte le furie per questi atti di pressione sulle scuole è il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini. «E' una cosa di una gravità inaudita - dice - Tra l'altro tutti dovrebbero sapere che una delibera degli organi collegiali non può essere oggetto di azioni disciplinari», osserva riferendosi in particolare alla lettera di Capo. E a proposito della lettera di Stellacci: «Mi indigna la leva autoritaria utilizzata nei confronti delle scuole che sono invitate a "riconvocarsi" per autolimitarsi nei propri poteri. Una cosa inaccettabile. E' chiaro ormai che il ministro Moratti ha deciso di alzare il livello dello scontro».

Infine, una nota di sfondo: Lucrezia Stellacci è l'ex provveditore di Rimini. Vox populi vuole che per la sua nomina sia intervenuta il ministro Moratti in persona, dietro consiglio della comunità di San Patrignano.