Al via la riforma Moratti.

Il banco piange.

Dal Piemonte alla Sardegna, radiografia di uno sfascio. Mancano maestri, insegnanti di sostegno, bidelli. Molti studenti sono senza classe.
Il tempo pieno è un miraggio.
In Sicilia ci sono circa 19 mila studenti con handicap assistiti da 125 insegnanti.
C’è scontento per i nuovi libri d testo Molti genitori si rifiutano di comprarli.

 

di Andrea Benvenuti da L'Espresso del 3/9/2004

 

Ex provveditorati assediati dai precari in guerra contro i punteggi delle nuove graduatorie, gruppi di genitori e insegnanti pronti a occupare scuole e circoli didattici; collegi dei docenti che rischiano di finire nella lista nera del ministero dell’Istruzione se non daranno spazio al tutor, il super maestro della scuola dell’infanzia, e ai piani dì studio personalizzati. E ancora, tagli agli organici che non consentono di svolgere l’attività didattica, migliaia di bambini esclusi dal tempo pieno e alunni con handicap senza insegnanti di sostegno. Riapre a macchia di leopardo la scuola italiana. E l’anno dell’avvio della riforma. Doveva essere la scuola delle tre “I” (Inglese, Internet e Impresa). L’hanno già ribattezzata la scuola delle tre “T” (“Ti Taglio tutto”).

Piemonte. A Torino e provincia, la scuola elementare riapre i battenti con 300 insegnanti in meno, un aumento di alunni e di ragazzi con handicap. Oltre all’organico i nodi aperti sono due: i nuovi piani di studio personalizzati e i libri di testo. Gli insegnanti di Torino guidano la protesta contro la circolare ministeriale della scorsa primavera che ha rivoluzionato l’adozione e i contenuti di manuali e sussidiari. I vecchi libri sono stati mandati al macero e le case editrici hanno dovuto stampare i nuovi sulla base delle indicazioni di viale Trastevere. Con un taglio di decine di pagine ai manuali dì storia, geografia e scienze naturali, solo per fare qualche esempio e con il rischio che gli alunni arriveranno in quinta elementare avendo studiato fino alla storia dell’impero romano e alla geografia delle regioni italiane. Ad Alessandria, Asti, Cuneo, i collegi dei docenti e gruppi spontanei di genitori hanno costituito coordinamenti nazionali per convincere gli editori a ristampare i vecchi libri.

Lombardia. Tre i fronti aperti: precari, tempo pieno ed evasione scolastica. Il primo interessa 110 mila persone, circa la metà solo a Milano. Ma sono nei guai anche che le province di Bergamo, Sondrio e Varese perché i tempi per le nomine sono saltati, ora partiranno migliaia di nuovi ricorsi per gli errori sulla compilazione del le nuove graduatorie ed è facile prevedere che le nomine slitteranno al prossimo anno. La soluzione è quella della solita ‘toppa transitoria’, dicono i sindacati; i dirigenti scolastici: scavalcando gli ex provveditorati. faranno le nomine dei supplenti fino a giugno. Fronte caldo è quello del tempo pieno: irrinunciabile per la maggior parte dei genitori 1omba Solo a Milano, dove il 90 per cento delle scuole elementari prevede il tempo pieno, servono 120 insegnanti, i dati parlano di 145.700 alunni e 6.209 classi a tempo pieno su 7.360 in totale, ma il raddoppio degli insegnanti non è previsto neanche per le scuole con esperienze consolidate e non sono state assegnate 236 classi di tempo prolungato. A tutto questo si aggiungono i dati  sull’aumento dell’evasione: 8.600 iscrizioni perse e altre 5 mila a rischio nelle scuole della secondaria superiore.

Liguria. I tagli della Moratti prevedono 106 posti in meno alla scuola primaria e 37 tra gli  insegnanti di sostegno. Gli unici aumenti d’organico hanno riguardato le 23 nuove immissioni per l’insegnamento della lingua inglese e le 39 per le iscrizioni dell’anticipo scolastico, ma i genitori non si sono lasciati convincere e le adesioni sono state meno di quello previste. Pesante il taglio sul personale Ata: su 400 posti vacanti a livello regionale, i bidelli assegnati sono stati soltanto otto da dividere tra le quattro province. Anche il personale amministrativo delle segreterie delle scuole è stato penalizzato. Con la riforma dei provveditorati, molte competenze sono state trasferite ai singoli circoli didattici, così le pratiche che riguardano l‘organizzazione dei plessi. il pagamento degli stipendi del personale precario, il servizio di sorveglianza dell’istituto peseranno su un manipolo di dipendenti.

Emilia Romagna. In provincia di Modena Sono 500 le famiglie che sono rimaste senza un posto per i propri figli nella scuota dell’infanzia, 850 quelle senza la possibilità di iscriverli al tempo pieno e ben 1.400 al tempo prolungato per la scuola media perché a fronte di un aumento di 7 mila nuovi alunni in tutta la regione le immissioni in molo sono state irrisorie e c’è il rischio che si formino classi con più di 25 studenti. In molti circoli didattici e scuole materne della provincia di Modena e Bologna, al primo Circolo di Forlì e a quelli di San Lazzaro di Savena, solo per fare qualche  esempio, l’emergenza riguarda il monte ore annuo ridotto di un’ora al giorno e le lunghe liste di attesa. Nel complesso i calcoli fatti dal Ministero sono tutti sbagliati e prevedono per la scuola dell’infanzia 19 insegnanti in più che si divideranno i 706 nuovi iscritti; per la secondari di primo grado, un taglio di 23 posti nonostante 370 alunni in più e per le superiori si era preventivato un calo di iscrizioni che invece sono aumentate di circa 4 mila.

Toscana. I principali pro errori riguardano il personale di sostegno per gli alunni con handicap e le liste di attesa nella scuola primaria. Al prossimo anno sono già iscritti 334 alunni disabili in più, passando da 6.671 a 7.005 a fronte di un organico che in vece non è cresciuto, come richiesto dai sindacati, dai 2.807 posti ai 3.020. L’aumento degli iscritti riguarda tutte le e1ementari con 725 nuovi alunni e solo 20 nuove immissioni. In molti circoli didattici si sfonderà il tetto di 25 alunni per classe. Nessuna novità per il tempo pieno, che è stato congelato, ne per la riduzione dei tempi delle liste di attesa per i bambini della scuola dell’infanzia che, ad esempio, al terzo circolo didattico, di un comune come Scandicci, ha superato il record di 70 bambini non inseriti.

Lazio. Neanche la discussa circolare ministeriale inviata nei mesi scorsi dal superdirigente Pasquale Capo per imporre l’adozione dei tutor a costo di provvedi menti disciplinari, sembra aver convinto i collegi dei docenti a far partire il super maestro. Proprio dagli insegnanti del Lazio è partita la protesta e la proposta di spalmare la funzione del tutor su più docenti o addirittura sull’intero collegio scolastico. Ma per una città come Roma che ospita 616 delle 919 scuole statali della regione e conta 63 mila degli oltre 92 mila dipendenti scolastici, questo non è l’unico nodo aperto se si pensa a quelli dei precari e del tempo pieno. Dopo le proteste di agosto che hanno prodotto 5 mila ricorsi, restano tutti sul tavolo i dubbi sulla composizione delle nuove graduatorie e i criteri adottati per confezionarle, Per riaprire le aule il 16 settembre, tutto finirà nelle mani dei dirigenti scolastici a cui spetterà nominare i supplenti. Sul fronte del tempo pieno, 2.500 famiglie non potranno beneficiarne perché dovrebbero essere costituite 125 nuove classi.

Campania. Il taglio agli organici ha colpito 1.366 posti, la maggior parte a danno della scuota secondaria di primo grado, le ex medie. La metà di questi sono stati fatti a Napoli e provincia. Oltre alle polemiche sulle graduatorie dei precari, c’è il problema dell’aumento di iscritti alle scuole primarie e alla secondaria di primo grado. Secondo i sindacati, non sarà possibile avviare i nuovi laboratori didattici né la sperimentazione della figura del tutor e molte scuole finiranno nella lista nera del ministero. I collegi dei docenti del Circolo didattico 73 di Napoli, la scuola media Settembrini di Afragola e Sibilla Aleramo Melito hanno bocciato i nuovi libri dì testo e manterranno vecchi programmi.

Puglia. La bomba d’estate è esplosa a Bari per gli errori sulla composizione delle nuove graduatorie. Con Palermo e Roma, il capoluogo pugliese è stato quello che ha registrato il numero maggiore di errori informatici da parte del sistema centrale di viale Trastevere e di ricorsi: 3 mila, la metà di tutta la regione. Il Csa, il Centro servizi amministrativi di Bari, l’ex provveditorato agli studi, ha addirittura chiuso i battenti e non riaprirà al pubblico prima del 10 settembre, data di scadenza per la pubblicazione delle graduatorie definitive della terza fascia  A questo punto, l’anno verrà salvato dai dirigenti scolastici che nomineranno i supplenti ad anno iniziato. Nel totale, sono l0mila i posti vacanti e le immissioni sono poco più di mille. Inoltre, a partire dai circoli di Andria, Bari e Brindisi, sono molte le scuole che presentano organici scoperti oltre il 50 per cento ed è impensabile far partire il didattica.

Sicilia. Esplosiva la situazione degli alunni con handicap. Quelli che frequentano sono circa 19 mila con un aumento di mille ragazzi a cui dovranno pensare 125 insegnanti. I genitori sono in fermento a cominciare da quelli di Messina (con 143 insegnanti di sostegno in meno e 101 alunni in più) e Trapani (105 posti in meno e 199 studenti in più). In tutte le province sono stati chiesti posti aggiuntivi, ma il direttore regionale ha scosso la testa. Si prevede che tutta la storia finirà in tribunale che darà certamente ragione ai genitori. Anche in Sicilia i precari hanno protestato contro le nuove graduatorie e quelle definitive sono state chiuse solo a Ragusa, Enna e Trapani. Nel totale, sei province su nove devono ancora compilarle e a Palermo stanno ancora lavorando a quelle provvisorie.

Sardegna. Isola felice per quanto riguarda le immissioni in ruolo che sono state assegnate regolarmente entro il 23 agosto scorso, ma i nodi riguardano le nomine annuali per le province di Cagliari, Sassari e Nuoro. In Sardegna i posti vacanti sono 2.236, le assunzioni sono state 426 di cui 97 insegnanti di sostegno. A conti fatti le immissioni coprono solo il 18 per cento del fabbisogno e i sindacati lamentano il fatto che il Ministero li ha voluti tenere buoni, annunciando un piano di assunzioni pluriennale che è molto al di sotto delle aspettative. Uniche novità positive riguardano i 72 posti per l’avvio dell’anno scolastico e i 13 per l’insegnamento delta seconda lingua.