I dati sono stati forniti dal sottosegretario
Aprea.
E le associazioni chiedono di potenziare le
lezioni.
Ciclomotori, le scuole all'asciutto.
Meno di un euro a studente dai fondi per i corsi
sul patentino.
di Stefano Manzelli da ItaliaOggi del 2/9/2004
Patentino all'asciutto. Gli studenti interessati
al conseguimento del documento necessario per la guida del ciclomotore
sono circa 650 mila ma per la loro formazione in materia il ministero
dei trasporti ha stanziato meno di un euro a testa (500 mila euro in
totale). Lo ha confermato il sottosegretario per l'istruzione,
Valentina Aprea, rispondendo a una interrogazione parlamentare
(disponibile su www.ancitel.it) che chiedeva, tra l'altro, se i corsi
scolastici sono stati avviati in modo omogeneo e se vi siano modalità
di finanziamento aggiuntive rispetto a quelle previste dall'art. 208
del codice stradale.
La risposta ministeriale. ´Il ministero dell'istruzione', a parere del
sottosegretario, ´ha invitato le strutture territoriali ad avviare la
sperimentazione con apposite circolari, così come sono state esortate
le scuole ad avvalersi della collaborazione dei comuni, delle
autoscuole, delle istituzioni/associazioni pubbliche e private
coinvolte nella circolazione stradale. (...) Nello stesso tempo sono
state definite delle linee guida, che forniscono alcune indicazioni
sull'organizzazione dei corsi e sulle istituzioni di riferimento'.
Secondo questo documento (disponibile su www.istruzione.it), gli
istituti scolastici sono obbligati a organizzare i corsi gratuiti, su
richiesta delle famiglie, ai sensi dell'art. 6 del dlgs n. 9/2002. I
docenti dei corsi devono essere individuati, nell'ambito
dell'autonomia dei singoli istituti, tra personale in possesso di una
specifica competenza in materia di educazione stradale (operatori di
polizia, istruttori di scuola guida, docenti ecc.). Per
l'organizzazione dei corsi le scuole possono avvalersi della
collaborazione di vari organismi, previa stipula di ´apposite
convenzioni a titolo gratuito con comuni, autoscuole, istituzioni e
associazioni pubbliche e private impegnate in attività collegate alla
circolazione stradale'. Le linee guida evidenziano, infatti, che ai
sensi dell'art. 32 della legge n. 144/1999, comuni, province, e
regioni sono incaricati di definire e attuare gli interventi per il
miglioramento della sicurezza stradale. Nell'ambito di tali competenze
potranno pertanto essere stipulati accordi o convenzioni tra dette
istituzioni, le scuole e le strutture organizzative periferiche del
ministero dell'istruzione. Per il finanziamento e lo sviluppo di
queste attività formative le linee guida specificano che nell'ambito
delle intese, oltre ai partner istituzionali, i singoli centri servizi
amministrativi provinciali possono prevedere accordi per contributi e
supporti alle attività ´con soggetti privati, enti di promozione o
altro'. Resta fermo il disposto dell'art. 15 del dlgs n. 9/2002 il
quale destina il 7,5% del totale annuo dei proventi contravvenzionali
di cui al comma 2 dell'art. 208 del codice stradale al ministero per
l'istruzione, ´al fine di favorire l'impegno della scuola pubblica e
privata nell'insegnamento dell'educazione stradale e per
l'organizzazione dei corsi per il conseguimento del certificato di
idoneità alla conduzione dei ciclomotori'.
Il nodo delle risorse. Proprio in riferimento alla destinazione
vincolata di queste risorse Giordano Biserni, presidente dell'Asaps,
Associazione amici della polizia stradale, rileva come sia ´noto che i
proventi derivanti dalle contravvenzioni contestate da organi dello
stato sono corposi e ammontano, per il 2003, a 213 milioni di euro
circa. Nella primavera scorsa non si era però ancora chiarito come
andasse calcolata quella percentuale. Il ministero dell'economia (che
introita tutti i proventi delle multe) deve incamerare l'85% delle
contravvenzioni (cioè 181 milioni circa di euro), e deve devolvere al
ministero dei trasporti e delle infrastrutture il rimanente 15% (cioè
32 milioni circa di euro). Secondo il parere dell'allora ministro
dell'economia Giulio Tremonti', continua Biserni, ´il 7,5% delle
contravvenzioni, che secondo la norma deve essere destinato ai corsi
per il patentino, andrebbe calcolato non sul totale delle multe di 213
milioni di euro ma sui 32 milioni di euro destinati al ministero dei
trasporti e delle infrastrutture. Quindi secondo questo calcolo alle
scuole andrebbero assegnati solo 2 milioni e 400 mila euro'.
È evidente che comunque, anche in tal caso, le risorse necessarie per
organizzare un adeguato processo formativo rimangono inadeguate in
quanto da un semplice riscontro algebrico risulterebbero disponibili
meno di 4 euro per studente. Nonostante le evidenti difficoltà
economiche i corsi sono riusciti a decollare lo stesso. Lo dimostra
l'esperienza della polizia municipale dei comuni della provincia di
Reggio Emilia dove sono stati attivati, nello scorso anno scolastico,
oltre 250 corsi, coinvolgendo circa 8 mila studenti.
La Ue cambia tutto. Intanto anche le associazioni dei consumatori sono
intervenute sulla questione. In una nota diffusa sul sito
www.prontoconsumatore.it il 27 agosto, in particolare, Adiconsum
sollecita il ministro Moratti a potenziare con la prossima ripresa
dell'anno scolastico l'organizzazione dei corsi gratuiti per il
conseguimento del patentino. Una notizia interessante proviene infine
dall'Unione europea. La proposta di direttiva comunitaria Com 621,
presentata dalla commissione il 21 ottobre 2003 (pubblicata su
www.poliziamunicipale.it), prevede una rifusione del testo della
direttiva 91/439/Ce e, in particolare, l'introduzione della nuova
patente di categoria AM per la guida dei ciclomotori, che potrebbe
dunque mandare presto in soffitta il patentino.
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