SCUOLA. L’ACCUSA DEI SINDACATI .
di a. m.a. da il Mattino di Napoli del 13/9/2004
«A Napoli e in provincia l’anno scolastico si apre all’insegna della precarietà». Non usa mezzi termini il segretario della Cisl Scuola Luigi Bifulco, nel fare gli auguri al neonato anno scolastico. «Molte classi - sottolinea - si ritroveranno senza docenti perché parte delle nomine saranno effettuate in settimana. Molte altre non avranno i docenti di sostegno, per i quali, a fronte di 400 cattedre richieste, ne sarebbero disponibili solo 200, per cui proseguiamo la vertenza con la Direzione scolastica ed abbiamo chiesto l’intervento del Governo per assicurare il diritto allo studio per i diversamente abili. Altre ancora, saranno prive del personale Ata, perché sono stati concessi solo 50 posti aggiuntivi in Campania a fronte dei 400 richiesti. E poi - aggiunge Bifulco - ci sono scuole che, grazie alla Moratti non potranno cominciare perché mancano i vecchi insegnanti e non ci sono ancora i tutor. Poi - conclude Bifulco - considerando che più di 350 dei 650 istituti di Napoli e provincia non sono a norma è facile pronosticare che peggio di così non si poteva iniziare». Per la Gilda non è solo la contingenza della stipula dei contratti per i precari di terza fascia a contraddistinguere l’emergenza cronica della scuola. «Non solo l’obiettivo del «tutti in cattedra» dall’inizio dell’anno scolastico è stato mancato - spiega Libero Tassella, coordinatore provinciale della Gilda - ma salterà anche quello, per gli studenti soprattutto per i disabili, del «tutti in classe" per l’inizio delle lezioni. Oggi in molte scuole suonerà la campanella senza docenti. Ai precari è stato sottratto metà stipendio per i ritardi accumulati dall’amministrazione e sono stati tagliati fuori dalla fase delle programmazioni, ma anche gli insegnanti di ruolo coinvolti nella mobilità e nelle sue rettifiche non trovano pace. Pertanto è prevedibile il carosello di insegnanti sulle cattedre. Si stanno creando i presupposti per cui le operazioni di supplenza potrebbero essere ripetute sia per errori nelle graduatorie, è solo di ieri la rettifica delle graduatorie di materna ed elementari, sia per l’errata definizione delle disponibilità. Accanto a questi fenomeni contingenti, ci sono quelli strutturali, di sempre, quest'anno aggravati dai tagli di spesa e di organico, la lotta alla dispersione e l’integrazione scolastica dei disabili ne escono irrimediabilmente menomate. A questo si aggiungono il sovra affollamento delle classi, l'accorpamento delle classi, la discontinuità educativa nelle Superiori, la mancanza di spazi per i laboratori che la riforma impone e le scuole non riescono a garantire». Più della metà delle scuole a Napoli e in Campania non sono a norma mentre secondo il direttore Bottino, l'organico del personale si definisce non più sul numero delle classi ma su quello degli alunni. «Questi due fattori combinati - spiega Franco Buccino, segretario della Cgil scuola - portano quest'anno a classi ridotte nel numero, ma più affollate, in aule spesso non a norma, e una dotazione organica di docenti e personale Ata insufficiente e inadeguata. Così la scuola è depotenziata e indebolita. L’emergenza delle carenze strutturali, è la più strombazzata per qualche giorno, ma è anche la prima ad essere archiviata. Salvo a riprenderla al primo solaio che crolla, o al primo intervento dell'Asl che denuncia locali mensa nei sottoscala o ispeziona palestre nei seminterrati senza uscite di sicurezza. La verità è che nelle scuole spesso è problematica la gestione ordinaria della didattica, figuriamoci le sperimentazioni. La seconda emergenza - aggiunge Buccino - quella della riduzione degli organici, è la triste novità dell’anno che comincia. Non solo i tagli previsti dal ministero, ma anche il rigore nell'applicare la normativa, nell’eliminare gli sprechi come una classe in più, o l’organico aggiuntivo, qualche posto di sostegno in più: quelli che l'Amministrazione considera sprechi, sono invece strumenti straordinari per far fronte a situazioni straordinarie, se non a vere emergenze». |