Tre fasce di carriera per i prof

 

 da La Sicilia del 26 Settembre 2004

 

Il disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti non è ancora arrivato al governo, (è in commissione), ma tutte le parti riservate alla contrattazione avranno il parere negativo dell'Esecutivo. Lo ha assicurato ai sindacati il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, secondo quanto riferisce la Flc-Cgil.

Il sindacato guidato da Enrico Panini contesta duramente il testo del ddl messo a punto da un comitato ristretto della commissione Cultura della Camera (frutto dell'unificazione di due precedenti proposte di legge) perché a suo parere «è la perfetta sintesi del pensiero autoritario applicato ai docenti, pericoloso ed eversivo».
Il provvedimento in questione disciplina la carriera degli insegnanti e introduce la retribuzione per merito.

Per quanto riguarda la carriera, vengono individuati tre livelli di insegnante – iniziale, ordinario ed esperto – che corrispondono al settimo, ottavo e nono livello degli inquadramenti del personale dello Stato. All'interno di ciascun livello è disposta la progressione economica automatica per anzianità secondo aumenti a cadenza biennale.

Non è ammesso il passaggio da un livello al successivo prima di aver maturato almeno un quinquennio nel livello di appartenenza. I livelli superiori a quello iniziale sono a numero programmato e vi si accede attraverso una selezione per soli titoli.

Il prof «esperto» ha maggiori responsabilità occupandosi anche di formazione, aggiornamento, coordinamento di progetti e di valutazione. Incarichi ulteriori rispetto all'insegnamento saranno retribuiti con specifici compensi che si aggiungono allo stipendio.

Per esercitare la professione, dopo la laurea specialistica, si deve svolgere tirocinio presso una scuola con un contratto di formazione lavoro. Il superamento positivo di questo periodo di praticantato è titolo valido per l'accesso a un Albo nazionale dei docenti (suddiviso in sezioni regionali). Il provvedimento a cui sta lavorando il Parlamento prevede poi una valutazione periodica del servizio (ogni 4 anni) per i livelli iniziale e ordinario.

La valutazione non ha carattere sanzionatorio (tranne in caso di esito gravemente negativo) ma costituisce un credito professionale per progredire nella carriera.

Il provvedimento prevede, inoltre, la separazione, con un autonoma area di contrattazione, dei docenti dal personale Ata, l'abolizione della loro rappresentanza nelle Rsu della scuola e l'istituzione della vice dirigenza.