Prof senza carriera solo in Italia
Il rapporto Ocse sull'educazione segnala i
ritardi del nostro Paese
sugli incentivi per l'attività didattica. In
alcune nazioni
gli insegnanti più «virtuosi» possono essere
premiati anche con riduzioni di orario
di Alessia Tripodi da Il Sole 24 Ore del 4/10/2004
Carriere dei docenti: manca solo l'Italia
all'appello. Mentre nel nostro Paese si discute ancora su come dovrà
essere articolata la progressione per merito, nella maggior parte dei
Paesi Ocse i bonus salariali - legati a particolari condizioni
lavorative o ad alti livelli di competenze professionali - sono ormai
una realtà consolidata.
Lo rivela l'Ocse nell'edizione 2004 del rapporto «Education at glance»
(si veda «Il Sole-24 Ore del 15 settembre) che traccia una vera e
propria mappa degli incentivi salariali applicati nei 30 Paesi
dell'area. In aggiunta allo stipendio base sono previsti aumenti o
integrazioni distribuiti secondo diversi criteri: le condizioni di
insegnamento, le mansioni svolte, i livelli delle qualifiche
professionali, della formazione raggiunta e dei risultati ottenuti in
classe, l'età (indipendentemente dall'anzianità di servizio) e le
condizioni familiari (contributi per i figli a carico).
Per esempio, dice l'Ocse, in alcuni Paesi hanno diritto a bonus
economici gli insegnanti che possiedono titoli di studio superiori a
quelli richiesti per entrare nel ruolo docente, quelli che possono
vantare competenze specifiche per l'insegnamento agli studenti
"diversamente abili" e quelli che lavorano in aree a rischio o molto
decentrate. Ma, accanto agli incentivi economici, esiste anche un
altro modo per "premiare" i docenti migliori: la riduzione delle ore
di insegnamento. In alcuni Paesi, questo strumento viene utilizzato in
funzione dell'esperienza e degli anni di servizio prestati a scuola.
È il caso della Grecia, dove il monte ore di lezione diminuisce
progressivamente con l'anzianità professionale: all'inizio della
carriera un insegnante della scuola secondaria sta in classe per 21
ore alla settimana, che diventano 19 dopo sei anni di servizio. Dopo
12 anni, le ore settimanali di lezione scendono a 18, mentre dopo
vent'anni di carriera si arriva a 16 ore. In altri casi, la riduzione
dell'impegno didattico viene riconosciuta - in sostituzione
dell'incentivo in busta paga - a quei docenti impegnati in attività
speciali come, per esempio, la formazione degli "student teacher", i
giovani aspiranti prof che svolgono il tirocinio propedeutico
all'insegnamento. Le integrazioni di salario sono previste anche in
caso di incarichi manageriali, di insegnamento in più di una classe o
per un numero di ore superiore a quello stabilito nel contratto
full-time e per chi svolge compiti particolari o aggiuntivi, come, per
esempio, la consulenza per l'orientamento.
Mansioni, queste ultime, molto simili alle "funzioni obiettivo"
previste dal nostro sistema di istruzione. Nelle scuole pubbliche i
bonus possono essere assegnati direttamente dal dirigente scolastico o
dal Governo il quale, però, ha la possibilità di delegare
l'assegnazione a livello regionale o locale. Ma, secondo il rapporto
Ocse, la responsabilità nell'attribuzione degli incentivi è ancora
poco decentralizzata. In quasi la metà dei Paesi considerati
(Australia, Australia, Repubblica Ceca, Danimarca, Inghilterra,
Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Nuova Zelanda,
Portogallo, Scozia, Repubblica Slovacca e Svezia) le scuole hanno,
infatti, un potere decisionale piuttosto scarso. Nella mappa tracciata
dall'Ocse spicca il caso della Svezia, dove - dal '90 in poi - il
sistema di retribuzione è stato completamente liberalizzato: ogni
docente contratta il proprio stipendio al momento dell'assunzione, in
base alle sue qualifiche, ai risultati professionali raggiunti e alla
disponibilità a lavorare in aree disagiate.
Anche in Australia i prof che accettano di insegnare nelle aree rurali
hanno diritto non solo a bonus economici, ma anche a programmi di
formazione "pre-servizio" che consentono a ogni docente di adattarsi
alle particolari condizioni di vita e di lavoro. Nella Repubblica
Slovacca gli insegnanti che vantano performance eccellenti sono
classificati - dopo 12 anni di servizio - come "top workers" e hanno
stipendi più alti, stabiliti in base a una tabella retributiva
speciale. In Messico, invece, i bonus per i prof più brillanti sono
attribuiti in funzione dei livelli di apprendimento mostrati dagli
alunni. I docenti portoghesi più bravi hanno diritto - dopo 15 anni di
servizio e previa valutazione delle performance - a un incremento di
due anni nella progressione di carriera, mentre in Turchia il salario
extra per gli insegnanti migliori viene concesso in base alle
valutazioni dei direttorati provinciali per l'istruzione e del
ministro.