Il piano finanziario

 da Tuttoscuola del 13/10/2004

 

l'Anci ne esce con un pugno di mosche?

La battaglia degli enti territoriali sulle risorse finanziarie per la riforma, con i Comuni in prima fila, ha infatti prodotto solo un incontro in sede tecnica, svoltosi lo scorso 5 ottobre, nel quale il Miur ha riproposto lo stesso piano finanziario approvato in via preliminare il 12 settembre 2003 e mai presentato ufficialmente alla Conferenza unificata.

Comunque un fatto nuovo è stato registrato: il Miur ha sostenuto in una lunga ed articolata lettera ufficiale che il piano programmatico-finanziario non è preliminare all'adozione dei diversi decreti attuativi della 53.

Il piano finanziario, perciò, non sarebbe lo strumento per dare coerenza, coordinamento e programmazione ai vari provvedimenti attuativi, ma solo la programmazione di possibili investimenti e compatibilmente con la disponibilità di risorse finanziarie, per iniziative a sostegno della riforma, volte a dare alla stessa maggiore penetrazione e qualità. Ne consegue, ha affermato il Miur, che potrebbe ben essere approvato nell'arco temporale dell'esercizio della delega.

Un piano quindi che potrebbe far seguito ai decreti attuativi e non anticiparli. Con questa premessa, la riunione non poteva che registrare un incremento esponenziale della tensione che ormai rappresenta una costante nei rapporti con le autonomie territoriali.

Ne è una conferma il comunicato del giorno successivo con il quale l’Anci contesta questa interpretazione che "sottrae, di fatto, ad un processo concertativo, la discussione sulla riforma del sistema d’istruzione nella sua globalità, ritenendo che le autonomie territoriali possano essere interpellate, di volta in volta, su singoli provvedimenti che vengono proposti dal Miur senza alcuna definizione delle priorità, delle risorse, del quadro complessivo degli interventi"; e conclude "constatando l’insorgenza di un nuovo problema, legato alla stessa interpretazione della natura del piano finanziario previsto dalla legge quadro (attuazione della legge o iniziativa di supporto alla stessa?)".

 

le risorse che non ci sono

L’Anci porta a casa, comunque, un risultato: ha indotto il Miur a prendere posizione sulla "questione risorse". E' fin troppo evidente, sottolinea il sistema delle autonomie (regioni, province e comuni), che se fosse vera la recente interpretazione ministeriale non si comprenderebbe perché, mentre la legge assegna ventiquattro mesi, più eventuali diciotto per le modifiche che l’esperienza concreta dovesse suggerire, per l’adozione dei decreti delegati, stabilisce invece la predisposizione del piano entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge stessa. Ma la questione è un'altra: 90 milioni di euro a decorrere dal 2004 e 110 per l’anno 2005 sono cifre modeste con le quali l'attuazione della riforma non potrà avvenire compiutamente.

Non ci sono e non ci saranno finanziamenti sufficienti per l'infanzia (generalizzazione e anticipo), perché le somme stanziate non coprono neppure le esigenze d'organico, figuriamoci i nuovi oneri per le strutture ed i servizi di supporto; non ci sono finanziamenti sufficienti per l'estensione del diritto-dovere, perché le somme stanziate coprono a mala pena i minori introiti delle scuole conseguenti i mancati versamenti della tassa d'iscrizione. E così via... Insomma, dice l'Anci, "senza una complessiva valutazione, senza la specificazione dei finanziamenti che saranno assegnati per le diverse voci individuate dalla norma e senza un’indicazione della distribuzione delle risorse nelle diverse annualità e delle relative fonti di finanziamento, gli obiettivi enunciati potrebbero rimanere mere enunciazioni di principio".

Nei prossimi giorni constateremo anche come reagiranno le forze politiche d’opposizione e non, le organizzazioni sindacali, il mondo della scuola che hanno sempre considerato il piano finanziario come possibile quadro di riferimento, coerente e preciso, nel quale andavano iscritte fasi e strumenti per la traduzione in termini operativi della legge di riforma dell’ordinamento della scuola.