SPECIALE RIFORMA MORATTI

C'è incertezza sulle regole e sui compensi.

Il portfolio naviga a vista

Non esclude la scheda di valutazione dell'alunno

a cura di Antimo Di Geronimo da ItaliaOggi del 19/10/2004

 

Il portfolio parte senza regole certe. Già da quest'anno i docenti, nel caso specifico, dovrebbero essere i tutor, dovranno predisporre la documentazione del percorso formativo dell'alunno, sia della scuola primaria che secondaria, coinvolgendo i genitori e gli alunni.

Ma non si sa ancora bene che cos'è, in concreto, il portfolio e, soprattutto, se sostituirà la scheda di valutazione oppure no. E alcuni sindacati avanzano dubbi anche circa la sua obbligatorietà.

le norme

Le fonti normative da cui dovrebbe discendere tale obbligo, infatti, non fanno alcuna menzione del nuovo fascicolo personale che accompagnerà la vita dell'alunno durante tutto il percorso formativo.

La legge n. 53/2003 non ne parla. Idem per il regolamento di attuazione: il decreto legislativo n. 59/2004. Nemmeno in via incidentale.

Ciò non di meno, negli allegati al decreto n. 59, il portfolio è l'oggetto di diversi paragrafi ed è presente nella trattazione dedicata alla scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

Resta il fatto, però, che sebbene si tratti di indicazioni aventi carattere normativo, in via transitoria, si tratta, per lo più, di trattazioni meramente teoriche, che non descrivono, in termini tecnici e procedurali, le caratteristiche del nuovo fascicolo personale dell'alunno.

Sebbene le indicazioni nazionali abbiano, nell'immediato, la natura di norme regolamentari transitorie, le regole mancano. E ciò collide con il carattere cogente e imperativo delle stesse.

Oltre tutto, il legislatore ha tralasciato, per lo meno in questa fase, di spiegare se la scheda di valutazione dovrà continuare a esistere oppure sarà da considerare superata e inglobata nel portfolio. È ragionevole ritenere, peraltro, che la certificazione e la documentazione del percorso formativo dovrebbe passare anche attraverso la scheda di valutazione. Tanto più che la normativa primaria e secondaria, della riforma Moratti, non prevede l'abrogazione espressa delle norme che regolano la documentazione dei livelli di competenza raggiunti dagli alunni. Ma è anche vero che potrebbero essere considerate tacitamente abrogate per contrasto. Non è chiaro, infatti, come possano convivere due sistemi di valutazione, documentazione e certificazione che appartengono a due modi diversi di intendere la scuola.

le incognite

Insomma, si naviga a vista. E nel frattempo i docenti che sono stati individuati per fare il tutor non sanno ancora che cosa dovranno fare. Tra le varie incognite che pesano sull'istituto del tutor, vi è tuttora quella della prestazione e della retribuzioni. Il cambio di mansioni, che è stato introdotto dalla riforma, per il tramite dell'entrata in vigore di norme pubblicistiche, non è ancora stato regolato a livello pattizio. Manca, in buona sostanza, un tassello fondamentale nella gerarchia delle fonti normative, che regolano, attualmente, il rapporto di lavoro dei docenti. Le norme pubblicistiche, infatti, spiegano il "cosa", il contratto, invece, indica il ´come' e il ´quantum' relativo alla retribuzione. Ma il contratto ancora non c'è. E nel frattempo i diretti interessati hanno già cominciando a lavorare. Senza sapere se e quando sarà attuata la riduzione dell'orario di insegnamento a 18 ore. E soprattutto senza conoscere l'importo della retribuzione che sarà loro corrisposta per compensare i maggiori oneri. (riproduzione riservata)