«Matematica? Insufficiente»

Alle superiori i voti peggiori

Test anche di italiano e scienze per 1,5 milioni di studenti

Risultati discreti nei licei, male negli istituti professionali

 

di Giulio Benedetti da Il Corriere della Sera del 13/10/2004

 

ROMA - C’è una scuola a due velocità: da una parte i licei classici e scientifici, con prestazioni buone o appena sufficienti in italiano, matematica e scienze, e dall’altra gli istituti tecnici e professionali dove i risultati nelle tre importanti materie sono tutti sotto la sufficienza. Ma soprattutto c’è una scuola superiore dove la preparazione in matematica tende inesorabilmente a scadere col passare degli anni. Più ci si avvicina al momento della scelta della facoltà, più la scuola sembra incaricarsi di disincentivare l’iscrizione a corsi di laurea scientifici, ovvero forti. Non è quindi casuale se il primo scontro con l’università, che per la metà delle matricole corrisponde a un esame di matematica, si risolve troppo spesso in una lunghissima sosta.

 

LA VALUTAZIONE - La matematica rende difficile la vita di tutti gli studenti. E per la maggioranza rappresenta un ostacolo insormontabile. Se non fosse per quella maturità che scioglie i debiti formativi. E’ il risultato del terzo progetto pilota (PP3) per la valutazione dell’apprendimento degli studenti il cui scopo è quello di mettere le scuole in condizione di valutare il proprio lavoro. Il terzo progetto pilota (tre test somministrati a un milione 445 mila ragazzi di 9060 sedi scolastiche che hanno aderito volontariamente) chiude la fase preparatoria e apre le porte alla valutazione obbligatoria. Se il governo varerà in tempi brevi il decreto attuativo del servizio nazionale di valutazione, il nuovo Invalsi, previsto dalla riforma Moratti, nel 2005-06 i genitori potranno bussare alle porte di scuole elementari e medie, chiedere i risultati dei test in italiano, matematica e scienze degli allievi e quindi raffrontare le prestazioni dei diversi istituti.

 

I TEST - La prossima tornata di test - forse già a marzo se ci saranno le risorse per la distribuzione e la lettura ottica dei questionari - sarà obbligatoria e riguarderà sempre la seconda e quarta classe della primaria o ex elementare e la prima media. Nel primo e terzo anno delle superiori, ancora fuori dalla riforma, l’adesione continuerà a essere facoltativa. «Abbiano raggiunto l’obiettivo di far crescere la cultura della valutazione nelle scuole - ha detto Letizia Moratti -. Siamo partiti con 2 mila istituti per arrivare in tre anni a 9 mila. La scuola ha interpretato positivamente il progetto del ministero». «Presto disporremo - ha aggiunto il ministro - di indicatori quadro per capire come va la scuola italiana, per colmare le lacune e lavorare sui punti di forza».

 

LA MATEMATICA - La matematica continua a essere la disciplina dove gli studenti incontrano le maggiori difficoltà. I risultati del terzo progetto pilota - il più grosso sondaggio di cui disponiamo anche se non condotto con criteri rigorosamente statistici - ci mostrano una prestazione sotto la sufficienza già in prima media: 56 per cento delle risposte esatte (59 nel Nord Ovest e 54 nel Sud e Isole). Nel primo anno delle superiori solo i liceali sono in grado di rispondere in modo corretto al 65 per cento dei quesiti. Nei professionali si scende al 39 per cento, nei tecnici la percentuale si aggira sul 54, negli artistici siamo al 47. Negli anni successivi le prestazioni calano ancora, confermando in qualche modo il risultato scoraggiante dell’indagine internazionale Ocse sulla competenza matematica nei quindicenni che ci ha collocati agli ultimi posti tra i Paesi sviluppati. Un test con 30 quesiti da risolvere in 60 minuti mette in serie difficoltà il 70 per cento dei nostri diciassettenni. Se la cavano solo i liceali con un 60 per cento di risposte corrette - qui i maschi colgono la loro rivincita sulle femmine che li umiliano in tutte le altre discipline - mentre i ragazzi dei professionali e degli artistici non riescono a piazzare neppure 12 risposte esatte su 30. Gli studenti dei tecnici ne azzeccano un po’ meno della metà. Risultato finale: solo il 49 per cento delle risposte giuste.