Finanziaria 2005:
prime analisi sul testo governativo
di Carlo Giacobini da Handy Lex del 2/10/2004
Il 29 settembre scorso il Consiglio dei Ministri
ha approvato la prima stesura della Legge Finanziaria per il 2005. Il
testo dovrà ora seguire il consueto iter parlamentare, con probabili,
e per quanto ci riguarda auspicabili, emendamenti alla proposta
governativa.
Relativamente alle persone con disabilità vanno segnalate le novità
predisposte dal Governo che riguardano direttamente le provvidenze
economiche e cioè le pensioni, le indennità e gli assegni riservati
agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti.
Alcuni evidenti segnali di volontà di restrizione della spesa per
l’assistenza circolavano già da parecchi mesi (in particolare nella
Finanziaria e nelle norme collegate dello scorso anno, nelle
dichiarazioni ministeriali), ma ora queste intenzioni vengono
formalizzate.
Per spiegare le novità è necessario fare un passo indietro. Il Decreto
Legislativo n. 112 del 1998 viene comunemente considerato la norma che
ha reso effettivo il decentramento di molte competenze dello Stato
alle Regioni, alle Province e agli altri Enti locali. Fra le
competenze decentrate c’erano anche quelle in materia di invalidità
civile. Lo Stato ha ceduto alle Regioni le funzioni concessorie che
prima spettavano al Ministero dell’Interno tramite le Prefetture. Le
Regioni quindi accertano, attraverso le Commissioni ASL, le
minorazioni civili e, conseguentemente, concedono le provvidenze
economiche. Solo l’effettiva erogazione delle relative pensioni,
assegni o indennità spetta all’INPS.
Lo Stato, da parte sua, residua la sola competenza della verifica,
formale e sostanziale, dei verbali di accertamento prodotti dalle
Commissioni ASL. Assolve a questa funzione attraverso le Commissioni
di verifica dipendenti dal Ministero dell’Economia.
Le attribuzioni e le risorse di queste Commissioni di verifica sono
state ulteriormente potenziate dall’articolo 42 della Legge 326/2003:
le Commissioni possono quindi esercitare il controllo di merito, oltre
che formale, anche sugli accertamenti che riguardano l’handicap (Legge
104/1992) e disabilità (Legge 68/1999 sul diritto al lavoro dei
disabili).
La stessa Legge 326 ha anche soppresso la possibilità del ricorso
amministrativo riservato ai cittadini che volessero opporsi ai verbali
di accertamento di invalidità. Dal 1 gennaio 2005 per difendersi si
dovrà ricorrere al giudice con l’assistenza di un legale e, in
giudizio, la controparte è anche il Ministero dell’economia.
Sin qui lo stato attuale. Con l’articolo 21 del testo proposto dal
Governo, lo Stato cede all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza
Sociale, tutte le competenze residuate, cioè l’attività di verifica
ora riservate al Ministero dell’economia. Nella sostanza il Governo
anziché trasferire queste competenze alle Regioni, perfezionando un
percorso con una logica federalista e di decentramento, preferisce
cedere le competenze ad un soggetto privato.
Il Governo riserva alla Presidenza del Consiglio la facoltà di
stabilire con decreto “la data di effettivo esercizio da parte
dell’INPS delle funzioni trasferite” e di individuare “le risorse,
umane, strumentali e finanziarie da trasferire”.
Verrà quindi trasferito personale dal Ministero dell’Economia all’INPS
assieme a risorse finanziarie su cui torniamo più avanti.
Nel frattempo l’INPS affianca dall’entrata in vigore della
Finanziaria il Ministero dell’Economia in giudizio, con propri
avvocati, nelle cause relative agli invalidi civili. Si mira cioè a
costituire solidi e specializzati collegi difensivi per poter
diminuire il numero delle cause che vede soccombente lo Stato.
Con questa manovra l’INPS allarga ancora, e notevolmente, il suo
potere in materia assistenziale.
È verosimile inoltre che le Commissioni di verifica, svuotate di
queste competenze, vengano soppresse. Se questo è vero, dovranno
essere trasferite all’INPS anche le funzioni di controllo sulle
certificazioni di handicap (L. 104/1992) e di disabilità (L. 68/1999).
Se così non fosse dovrebbero esistere due commissioni di verifica: una
dell’INPS, testé prevista, per verificare gli accertamenti sulle
minorazioni civili, e una del Ministero dell’Economia per controllare
le certificazioni di handicap e di disabilità. Questa ipotesi
ovviamente sarebbe difficilmente sostenibile sotto il profilo dei
costi.
E veniamo alle risorse economiche: se ne parla all’articolo 20. Il
Governo prevede che la nuova gestione comporterà per l’INPS maggiori
oneri (non in termini di maggiori provvidenze ai disabili, ma lo
sottolineiamo - nella gestione delle relative pratiche).
Per il 2004 sono previsti 1236 milioni di euro e per l’anno successivo
827 milioni. L’importo previsto per il 2004 appare inspiegabile, visto
che la nuova gestione non è ancora assunta e se lo sarà decorrerà
da fine anno. Insomma ha il sapore di un finanziamento all’INPS per
una sua ristrutturazione o per colmare spese (?) già sostenute
dall’Istituto.
Non è un caso che questi maggiori oneri trovino copertura non già con
un nuovo finanziamento specifico dello Stato, ma autorizzando l’INPS a
utilizzare stanziamenti che già ha avuto ma che risultano non spesi.
Vediamo quali sono i più interessanti e inquietanti.
L’INPS può utilizzare, fra l’altro, i soldi risparmiati
nell’applicazione di due norme che interessano direttamente le persone
disagiate o con disabilità.
Vengono utilizzati 245 milioni euro non spesi nel 2004 che erano
finalizzati all’aumento delle pensioni dei soggetti disagiati a 516,
46 euro (L. 448/2001); altrettanti per il 2005.
Vengono poi recuperati altri 160 milioni di euro non spesi nel 2004
che erano destinati per l’indennità per il congedo retribuito di due
anni per l’assistenza ai figli con handicap grave e per i contributi
figurativi ai lavoratori con invalidità superiore al 74% (L.
388/2000).
Dalla minore spesa di quest’ultima norma vengono poi ripresi altri 300
milioni di euro per altre gestioni INPS (assistenziali e di sostegno
alle gestioni previdenziali).
Teniamo a ripetere che quello sin qui delineato è lo scenario
derivante dal testo approvato dal Governo, ma che non è detto rimanga
il medesimo dopo l’approvazione definitiva della Finanziaria.
Carlo Giacobini
Responsabile Centro per la documentazione legislativa UILDM
Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Direzione Nazionale