Il venerdì di passione di Letizia Moratti

Venerdì drammatico per il ministro Moratti che poche ore prima del Consiglio dei Ministri ha minacciato di dimettersi per i tagli sulla scuola proposti dal collega Siniscalco. Alla fine il premier l'ha convinta a restare. Accordo su tagli consistenti ai fondi per le supplenze e sulla graduale eliminazione dei docenti specialisti di inglese nella scuola primaria. Intanto il Senato proroga di 6 mesi l'avvio della riforma nelle superiori.

 di R. P. da La Tecnica della Scuola del 28/11/2004

 

Per il Ministro Moratti il 26 novembre è stato un vero e proprio venerdì di passione.
Come se non le bastassero le critiche dell'opposizione e delle organizzazioni sindacali ricevute nei giorni precedenti, venerdì ha dovuto pure fronteggiare l'attacco del collega Siniscalco pronto a tagliare con la scure gli organici e gli stanziamenti per la scuola.

Si dice che Letizia Moratti sia stata messa al corrente del "pacchetto Siniscalco" poche ore prima che iniziasse il Consiglio dei Ministri, convocato per le ore 19.

Il Ministro si è talmente irritata che ha minacciato di dimettersi all'istante e di non partecipare neppure alla riunione del Consiglio. Sono dovuti intervenire personalmente il premier Berlusconi e il sottosegretario Gianni Letta per convincere Letizia Moratti a non sbattere la porta.

Alle 22 finalmente la riunione è iniziata e un accordo è stato trovato.

La scuola contribuirà a coprire il taglio delle tasse con 300milioni di euro derivanti in parte dalla progressiva eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua inglese nelle elementari e in parte con una riduzione consistente delle risorse destinate alle supplenze.

Sembra invece scongiurato il rischio di riduzione degli organici o di ulteriori tagli alle risorse destinate all'avvio della riforma.

Ma in realtà le spese per la riforma verranno contenute grazie ad un altro provvedimento che con la Finanziaria non ha nulla a che fare ma che è già stato approvato dal Senato e che aspetta solo di passare anche alla Camera per diventare legge: si tratta dell'art. 3 della legge di conversione del decreto 266 che dà al Governo altri 6 mesi di tempo per emanare i decreti delegati previsti dalla legge 53.

In pratica questo significa che per il decreto sul II ciclo di istruzione il Governo avrà tempo fino a ottobre 2005 e che - se tutto andrà per il meglio - la nuova secondaria di II grado prenderà avvio nel 2006/2007: nel 2005 la riforma non richiederà grandi risorse, mentre nel 2006 inciderà solo per il quadrimestre settembre/dicembre.

Per quanto riguarda le supplenze, i risparmi dovrebbero essere legati a maggiori controlli sul rispetto delle norme che già esistono (divieto di nominare supplenti per meno di 15 giorni nelle medie e nelle superiori e per meno di 5 nella primaria) e al recupero dei risparmi conseguiti dalle scuole (attualmente invece i risparmi possono essere trattenuti dalle scuole che possono utilizzarli l'anno successivo senza vincolo di destinazione).