Un decreto legge proroga al 31 dicembre 2005 la scadenza, viste le difficoltà degli enti locali. Rinviata la sicurezza scolastica. Coinvolti 42 mila edifici frequentati da 9 milioni di persone di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 5/11/2004
La sicurezza delle scuole può attendere. Per la
messa a norma degli edifici scolastici c'è ancora più di un anno di
tempo. La scadenza fissata al 31 dicembre di quest'anno slitta infatti
al 31 dicembre 2005. Possono così tirare un sospiro di sollievo i
comuni a cui la legge n. 23/1996 affidava il compito di rimettere in
sesto il disastrato patrimonio edilizio delle scuole italiane e che in
più occasioni avevano lamentato, l'ultima volta la scorsa settimana al
ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia, in conferenza
unificata, l'impossibilità di rispettare le scadenze.
Nella relazione al provvedimento si precisa che
il governo intende farsi carico "di un'esigenza avvertita dagli enti
locali, cui incombe l'obbligo della fornitura e della manutenzione dei
locali scolastici e, conseguentemente, a provvedere agli interventi
necessari per l'adeguamento a norma dei locali stessi". Molti enti
locali hanno fatto presente infatti "di non essere in grado di
rispettare la scadenza" del 31 dicembre 2004 fissata dalla legge n.
265/1999. Con il rischio, si legge nella stessa relazione, che le
scuole non in regola possano essere chiuse, con "disagi per la
popolazione scolastica, anche per il probabile incremento dei doppi
turni". La legge n. 23/1996 prevede che agli enti locali spetti la realizzazione delle opere, mentre alle regioni la programmazione triennale e annuale degli interventi. Il ministero dell'istruzione è invece competente a istituire l'anagrafe dell'edilizia, che sarà pronta, secondo quanto annunciato dal sottosegretario all'istruzione, Valentina Aprea, entro il 2005. Allo stato, infine, compete il finanziamento degli interventi di messa in sicurezza, attraverso la Cassa depositi e prestiti, che è autorizzata a concedere mutui ventennali con oneri di ammortamento a totale carico dello stato, comprensivi della capitalizzazione degli interessi di preammortamento. Una ripartizione di competenze, questa, definita dalla legge n. 23, che dunque vede gli enti locali responsabili degli interventi di edilizia scolastica solo nei limiti del finanziamento statale e della programmazione regionale. "I finanziamenti statali sono completamente saltati per il 2002 e solo ora, a fine 2004, a seguito degli ultimi due piani annuali di edilizia scolastica, si rendono spendibili i finanziamenti degli anni 2003-2004", accusa l'Anci, l'associazione nazionale comuni. L'opera di messa in sicurezza riguarda circa 42 mila edifici, che ospitano oltre 10 mila istituzioni scolastiche, con 9 milioni di utenti, fra alunni e personale addetto. (riproduzione riservata) |